Vuoi una pizza? Ma era cocaina - video
E come garanzia di pagamento il cellulare

Spacciavano cocaina ad oltre un centinaio di consumatori della provincia bergamasca, in particolare nei comuni di Mozzo, Bergamo, Ponte San Pietro, Paladina, Valbrembo, Villa d’Almè e Curno. Ora tre fratelli sono stati arrestati.

All’alba di mercoledì 15 giugn i carabinieri di Bergamo, supportati dal 2° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Orio al Serio, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre tunisini, tutti fratelli, accusati di detenzione e spaccio di stupefacenti. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Bergamo su proposta della Procura, ed è scaturito da un’indagine avviata nel mese di gennaio dello scorso anno dalla Stazione Carabinieri di Curno e protrattasi per oltre un anno.

Dalle investigazioni dei militari è emerso che i tre fratelli spacciavano cocaina ad oltre un centinaio di consumatori della provincia, in particolare nei comuni di Mozzo, Bergamo, Ponte San Pietro, Paladina, Valbrembo, Villa d’Almè e Curno.

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Le numerose cessioni avvenivano concordando gli incontri telefonicamente utilizzando un linguaggio criptico. Per fare riferimento alla cocaina infatti si usavano i termini «birra» o «pizza». Gli assuntori inoltre, in qualche caso, come garanzia di pagamento della dose dovevano consegnare agli spacciatori il proprio telefono cellulare o l’autoradio della macchina.

I tre tunisini, A. F. 29 anni, A. A. 27 anni e A. M. 33 anni, sono ora detenuti in via Gleno a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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