Anziani soli con le slot machine
Gli over 65 prime vittime del gioco

Una ricerca curata da Auser con Gruppo Abele e associazione Libera «L’azzardo non è un gioco» rivela: Superenalotto, Bingo, Gratta e Vinci e slot machine rischiano di diventare i migliori amici degli anziani.

Una ricerca curata da Auser con Gruppo Abele e associazione Libera «L’azzardo non è un gioco» rivela: Superenalotto, Bingo, Gratta e Vinci e slot machine rischiano di diventare i migliori amici degli anziani. Tra gli over 65 le percentuali di gioco patologico sono oltre il doppio rispetto a quelle delle persone più giovani. L’inclinazione al gioco viene spesso nascosta «per vergogna» e così gli anziani finiscono per essere facili vittime degli usurai di quartiere.

Videopoker, slot machine, Gratta e Vinci, Lotto, Superenalotto, Bingo: rischiano di essere loro i migliori amici degli anziani. «Nel giro di venti anni il dilagare oltremisura delle opportunità di gioco, insieme a una pubblicità martellante e quasi sempre ingannevole, ha determinato in Italia una situazione paradossale. In un paese in cui crescono tutti gli indici delle vecchie e delle nuove povertà; in cui la disoccupazione ha raggiunto livelli insostenibili e gli anziani sono sempre più a rischio di esclusione per la carenza di servizi sociali il fatturato dell’azzardo ha raggiunto i 90 miliardi di euro. Sostenuta da agguerrite lobbies delle società concessionarie, dentro e fuori dal parlamento, l’industria del gioco non avverte la crisi; al contrario si nutre della crisi e della speranza di molte persone, in grande parte anziane, che una vincita possa migliorare la propria condizione di vita»: con queste parole Marica Guiducci introduce la ricerca curata da Auser, insieme a Gruppo Abele e all’associazione Libera dal titolo «L’azzardo non è un gioco», presentata lunedì 3 marzo.

Frutto di un migliaio di questionari distribuiti tra altrettanti anziani sopra i 65 anni di età, la ricerca prova a decifrare le dinamiche del gioco tra quanti sono in età avanzata, per lo più in pensione, cercando di cogliere entità, frequenza, investimento economico, stato di «dipendenza», conseguenze sul piano personale, familiare, sociale. Il fenomeno non è affatto trascurabile: a tutti sarà capitato di vedere qualche arzilla signora, o qualche aitante «nonno», col suo pacchettino di ricevute del Lotto o del Gratta e Vinci alle ricevitorie. Giocano con metodo, addirittura quasi con baldanza, raggiungendo cifre che fanno impallidire i più giovani. E la motivazione più comune è di rimpinguare la pensione, di solito giudicata magra e insufficiente.

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