«Colpa delle stelle»
La fragilità non fa paura

«Vivi oggi il tuo giorno migliore». All’inizio lo slogan del gruppo di sostegno di Hazel Grace, teenager «sopravvissuta al cancro» protagonista di «Colpa delle stelle» di John Green (Rizzoli), sembra un po’ ingenuo, la classica «frase fatta» dal sapore un po’ retorico.

«Vivi oggi il tuo giorno migliore». All’inizio lo slogan del gruppo di sostegno di Hazel Grace, teenager «sopravvissuta al cancro» protagonista di «Colpa delle stelle» di John Green (Rizzoli), sembra un po’ ingenuo, la classica «frase fatta» dal sapore un po’ retorico.

In realtà nel corso del romanzo lei e il suo grande amore Gus Waters scoprono quanta verità contenga: vale sempre la pena di vivere, fino alla fine, dice questa vicenda, che non è, come sembra, il classico polpettone romantico.

I ragazzi del gruppo di sostegno nel libro si ritrovano letteralmente «nel cuore di Gesù»: un luogo dalla simbologia molto forte. Sono ragazzi fragili, e molto amati. Ognuno racconta la sua malattia, e a chi legge vengono i brividi.

«Esiste solo una cosa peggiore di essere una ragazza malata di cancro: essere la madre di una ragazza malata di cancro» dice Hazel Grace, che si sente come «una granata» pronta ad esplodere, perché è consapevole di non essere destinata a guarire.

A questi temi dedichiamo il dossier di questa settimana, spaziando dalla fiction, che ci offre la traccia di una tendenza popolare, alla realtà delle associazioni e dei volontari attivi qui dove siamo, sul territorio di Bergamo, per vedere qual è il punto di vista di chi deve misurarsi davvero con la malattia, e che ha bisogno di sentire la vicinanza e l’aiuto degli altri. È un tema ampio, il nostro è un «primo assaggio». E se avete delle storie, delle esperienze da segnalarci scriveteci.

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