Da Dani Alves ai LA Clippers
Lo sport dice «no» al razzismo

Il video del brasiliano del Barcellona che mangia una banana lanciatagli dagli spalti a Villareal ha fatto il giro del mondo. E in California i Clippers gettano le tute e indossano la divisa al contrario per protestare contro le frasi razziste del proprio presidente.

Dal calcio al basket: nessuna mezza misura . Perché fenomeni come il razzismo non ammettono mezze risposte, anche nel mondo dello sport. C’è chi ha scelto l’ironia e chi invece una protesta forte dai punto di vista simbolico, ma sia Dani Alves (talentuoso brasiliano del Barcellona) che i Los Angele s Clippers non si sono nascosti dietro ad un dito.

Il giocatore azulgrana è stato fatto bersaglio di una banana lanciata dagli spalti mentre era impegnato a battere un corner sul campo del Villareal. Il brasiliano non ha fatto una piega, ha preso la banana e se l’è mangiata, rispondendo così ad un gesto dal chiaro sapore razzista. Non nuovo nei campi spagnoli, come già denunciato dallo stesso Dani Alves. Un gesto che ha avuto una grande eco: il portale Globoesporte, uno dei più importanti del paese, ha addirittura lanciato un manifesto dal titolo «Siamo tutti Dani Alves». E il filmato ha fatto il giro del mondo.

Migliaia di chilometri più a Ovest, in California, i Los Angeles Clippers (parenti poveri, dal punto di vista del palmares, degli arcititolati Lakers) hanno messo in scena una protesta meno ironica ma decisamente più vistosa. In risposta alle affermazioni razziste contro gli uomini di colore del loro presidente Donald Sterling, hanno prima pensato di non giocare gara 4 contro i Golden State Warriors, poi sono scesi in campo e nel riscaldamento hanno buttato le tute con i colori della squadra in campo, indossato le magliette ufficiali al contrario e disputato la partita) con calze e fascia nera.

Sterling era stato intercettato al telefono con un’avvenente ventenne mentre criticava la presenza di neri alle partite: «Perché fai tutto questo pubblicamente. Forse sei stupida?» una delle frasi incriminate, pare riferite ad una foto che la ragazza avrebbe scattato su Instagram nientemeno che con un monumento universale del basket come Magic Johnson. La questione sarebbe molto personale, tra la ragazza e Sterling stesso, ma i giocatori dei Clippers hanno deciso che non poteva essere liquidata come tale. In campo hanno perso gara 4, ma vinto ben fuori dal parquet.

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