Gli 007 migliori?
Dislessici o disprassici

I servizi segreti britannici (GCHQ, Government Communication Head Quarters) impiegano più di 100 agenti segreti nei loro ranghi con un requisito singolare: sono dislessici o disprassici.

E questa loro «neuro-diversità» se a scuola li ha fatti impazzire e considerare «meno dotati» rispetto agli altri, ora invece è una caratteristica preziosa. Le loro particolari capacità analitiche, infatti, sono un’arma in più nella lotta contro il terrorismo.

Una notizia curiosa, che abbiamo ripreso dal quotidiano inglese The Telegraph e che ci sembra interessante come un segno di rivoluzione culturale: in Italia per quanto i disturbi di apprendimento siano molto diffusi (si parla, in Italia, per esempio, di un milione e mezzo di dislessici) se ne parla poco e spesso con qualche elemento di pregiudizio, come accade in generale quando si mette il prefisso dis- davanti a una parola: la diversità è considerata molto facilmente come qualcosa in meno, qualcosa che non va, difficile da gestire perché «fuori dagli schemi» e non qualcosa che invece può arricchire la vita di tutti.

Le agenzie di intelligence britanniche usano in particolare la abilità particolarmente spiccate nei dislessici e nei disprassici di analizzare informazioni complesse in un modo «distaccato, logico e analitico» per combattere problemi come lo spionaggio straniero. Mentre molte persone con la dislessia fanno una grande fatica a leggere o a scrivere, sono invece spesso particolarmente abili a decifrare i fatti da schemi ricorrenti oppure a mettere in collegamento diversi eventi.

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