Sonny Landreth spostato a Cologne
Sold out per l'asso della chitarra

Biglietti esauriti da giorni per il concerto bresciano che Sonny Landreth terrà sabato 21 novembre al teatro cinema parrocchiale di Cologne (in via Martinelli 22) dove si è deciso di spostarlo, guadagnando una cinquantina di posti in più rispetto ai 250 delle scuole medie Toscanini di Chiari che in un primo tempo erano state scelte per accogliere lo spettacolo. Gli organizzatori dell’Admr (Amici diffusione musica rock) di Chiari si stanno adoperando per offrire al pubblico le migliori condizioni possibili dal momento che sono riusciti a catturare (grazie anche alla Blue Sky Promotion che l’ha portato in Italia) uno dei più bravi chitarristi al mondo, probabilmente il migliore con la slide se sua maestà Eric Clapton, al fianco dell’americano in più di una circostanza, compresi un paio di brani dell’ultimo album del 2008 “From The Reach”, lo ritiene il numero uno «e il più sottovalutato».

E per fortuna non stiamo parlando di quegli stucchevoli guitar heroes che si avvitano intorno a virtuosismi e gare di velocità senz’anima. Sonny Landreth, classe 1951 - nato nel Mississippi ma cresciuto nel sud della Louisiana, respirando le sonorità del cajun e dello zydeco e mescolandole al blues – è un fuoriclasse maturato senza fretta. Trent’anni, di cui almeno venti di gavetta, tra ricerca, collaborazioni e sviluppo di un proprio stile che coniuga brillantemente la musica delle radici con le influenze assorbite: un cocktail forte, servito con tutta la potenza che riesce a sprigionare dalla sua Fender Stratocaster.

Siccome in Italia non gode di fama popolare – quella ormai è appannaggio soltanto di chi ha il privilegio di passare in tv e nelle radio di tendenza - ma è seguito da un pubblico di attenti appassionati, ci permettiamo di segnalare a quei curiosi che vogliono scoprirlo il suo capolavoro, l’album dal vivo “Grant Street” del 2005 (se vi è venuta fame, gustatevi anche “South of 1-10” del 1995 e “Levee Town” del 2000, magari nell’expanded edition uscita quest’anno): godimento puro, anche per i rockettari più integralisti e meno propensi ad apprezzare le contaminazioni.

Per capire la misura del rispetto di cui gode Landreth tra i musicisti, basta scorrere i nomi di alcuni dei grandi compagni di viaggio che si sono avvicendati accanto alla sua chitarra (e alla sua voce, perché Sonny canta mentre ricama alle corde): John Hiatt, John Mayall, Alen Toussaint, i Little Feat, oltre a Clapton e a tutti gli altri che hanno preso parte a “From The Reach”, come Mark Knopfler, Robben Ford, Vince Gill e Jimmy Buffet. In particolare, il duetto chitarristico con Knopfler in “Blue Tarp Blues” rilascia il benefico effetto di resuscitare quella vena che l’ex leader dei Dire Straits sembra aver perso nei suoi ultimi soporiferi dischi. Un’amicizia di vecchia data quella tra Landreth e Knopfler, forse perché «quando suoniamo insieme succede sempre qualcosa di speciale», osservò Sonny in un’intervista al mensile Jam l’anno scorso.

A Cologne, dove chiuderà il minitour italiano partito da Roma (giovedì 19) e proseguito a Forlì (venerdì 20), Landreth è annunciato con una band costituita dal classico trio chitarra-basso-batteria. Sappiamo già che non mancheranno i bergamaschi in platea.
 Andrea Benigni

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