Soldini, Ozon, Luchetti: film
per riflettere al Conca Verde

Nel presentare il prosieguo della programmazione d'essai novembre-febbraio dei cinema Conca Verde di Longuelo e Del Borgo di piazza Sant'Anna (con i film pomeridiani del martedì alle 16) il Servizio assistenza sale di via Bonomelli 13 (www.sas.bg.it), resta fedele al suo imperativo categorico «non solo cinema».

Infatti annuncia iniziative che non si limitano alla proiezione di film ma vanno oltre coinvolgendo lo spettatore nel presente e nel futuro. Oltretutto sono occasioni per accostarsi a film importanti e ai loro registi, poco o punto noti per una sorta di emarginazione dal mercato, assorbito pressoché totalmente dai campioni d'incasso.

«Il cinema, Gran Teatro del Mondo – diceva Truffaut – è un migliorameto della vita, dà il potere straordinario di creare una vita parallela in cui gli elementi discordanti si armonizzano». Con «Legàmi-Cinema e famiglia», per esempio, si omologa un breve ciclo di film «per cogliere e approfondire le complessità e la ricchezza delle relazioni famigliari» presentando film commentati dalla psicologa Laura Pertimalli.

I titoli (cinema Conca Verde, ore 21): Giorni e nuvole di Silvio Soldini (1 dicembre), Ricky, una storia d'amore e libertà di François Ozon (10 dicembre), Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti (15 dicembre).

Intanto, il 24 novembre, per conto di Emergency Bergamo, sarà sullo schermo, a ingresso libero, sempre al Conca Verde alle 21, Domani torno a casa di Paolo Santolini, da cui risalta l'impegno di Emergency nel mondo, in particolare tra Khartum (Sudan) e Kabul (Afghanistan), tra le vittime, soprattutto bambini, delle guerre che insanguinano senza fine quei territori.

L'iniziativa più ampia è il ciclo tematico «Storie del presente» che raggruppa cinque documentari recenti che «indagano l'Italia contemporanea nelle sue contraddizioni, modelli culturali, scelte controcorrente», pronti «a cogliere le piccole gioie e i dolori non solo privati, le difficoltà che scandiscono il nostro quotidiano».

Si comincia con Videocracy (12-14 gennaio) di Erik Gandini, regista bergamasco emigrato in Svezia nel 1986 per poter continuare ad essere un videomaker indipendente. Il suo film sostiene senza mezzi termini – ma è lì da vedere ogni giorno – come «L'Italia non è più divisa tra destra e sinistra, ma tra chi è una celebrità televisiva e chi no». Fanno da campioni-guru tipi come Lele Mora, lanciatore di letterine e letterone, e Fabrizio Corona, re (scornato) dei paparazzi.

Il 19 gennaio sarà la volta di Eva e Adamo di Vittorio Moroni, protagonista tre donne diversissime che raccontano di se stesse, dentro situazioni anche al limite della sopportazione ma che possono capitare a chiunque. Segue (26 gennaio) Come un uomo sulla terra di Andrea Segre, Dagmavi Yimer, Riccardo Biadene, che denuncia le «indegne condizioni in cui versano migliaia di migranti africani e le brutali modalità con cui la Libia, finanziata dai governi europei, domina e flussi migratori». Si tratta di «un viaggio attraverso il deserto e il mare in cui vige la legge della violenza e della sopraffazione, soprattutto sulle donne».

L'amore e basta di Stefano Consiglio (2 febbraio) «colpisce già da un titolo che ha voglia di sbarazzarsi subito di parecchie sovrastrutture, di quegli orpelli creati ad hoc da società chiuse, da religioni affannosamente aggrappate a dogmi». Infine (9 febbraio) Di me cosa ne sai di Flavio Jalongo che ripercorre la storia del cinema italiano indagando i motivi della sua crisi attuale attraversando la vita politica, culturale e televisiva degli ultimi trent'anni.

C'è di più. Ossia «Arrivano i film», le ormai classiche proiezioni per le scuole in orario scolastico programmate presso i cinema Conca Verde e Del Borgo in città e in molte sale della provincia (per saperne di più digitare al sito sas citato all'inizio). Che abbuffata di cinema, ragazzi (e non).

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