Carmen Consoli al Creberg
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Carmen Consoli, la «cantantessa» di lusso, ha incantato il pubblico del Creberg sabato sera. Dopo la pubblicazione dell'ultimo album Elettra, all'indomani di Eva contro Eva, album schiettamente incentrato sul tema dell'amore, la Consoli ha portato in scena un concerto che è piaciuto non solo ai fan più incalliti della cantautrice.

Catanese di nascita, chitarrista dalla tenera età, rocker dall'adolescenza, Carmen è una cantante e autrice unica nel suo genere. Se leggete il testo di una sua canzone, sulla pagina scritta, la prosa sembra legnosa, difficile, poco adatta a combinarsi con una melodia. Poi quando la parola diventa aerea ed il gioco melodico si fa strada, avviene una sorta di prodigio e la musica rende sostanziali le parole; queste acquistano energia e arrivano dritte al cuore della gente.

Lei tra l'altro, negli anni, è diventata una cantante sempre più originale e impeccabile. Lo ha dimostrato anche all'ultimo Festival di Sanremo, quando, invitata a rendere omaggio a Nilla Pizzi, ha cantato una raffinatissima versione di Grazie dei fiori, a ben pensarci uno dei momenti artistici più alti dell'interna manifestazione canora.

L'ultimo disco, Elettra, uscito mesi fa, è un po' una ripresa del discorso «mitologico» intrapreso con canzoni che riferivano a figure ben precise: Narciso, Morfeo, Ulisse, la stessa figura di Eva legata alla tradizione cristiana. Carmen è cresciuta in un periodo, il post punk e la new wave italiana, in cui chi faceva musica rifuggiva automaticamente di parlare d'amore perché il tema in qualche misura era considerato banale.

Quella generazione rifiutava ogni romanticismo, ora la «cantantessa» ha cambiato idea, anzi, ha una sacrosanta voglia di romanticismo e lo dimostra da diverso tempo a questa parte. Oggi la Consoli vuole essere come una cantante degli anni Cinquanta, capace però di una profondità che allora non sempre abitava le canzoni.
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