Radici locali e musica celtica:
due giorni di musica al Lazzaretto

L'approfondimento delle radici locali e degli strumenti tradizionali, l'incontro tra la tradizione popolare bergamasca e quella celtica: sono il tema della due giorni di musica in programma al Lazzaretto di Bergamo. «Celtic Connections - Arie Popolari geneticamente contaminate» è stata organizzata in collaborazione con la Provincia e si terrà il 15 e 16 giugno.

I nostri suonatori di baghèt (cornamusa bergamasca) presentano l'ensemble Bandabordone, un'opportunità per confrontarsi con le cornamuse e i flauti di Michael McGoldrick, che con la sua band, ospiti principali della prima serata.

Un nome noto al grande pubblico, quello di Davide Van De Sfroos, invece nella seconda giornata festivaliera toccherà la questione delle contaminazioni musicali e lessicali alla ricerca del passaggio segreto tra dialetto laghé e lingua gaelica; con lui una delle più importanti voci dell'universo celtico, Karen Matheson, che si presenta prima con una propria band e poi fonde le proprie armonie grazie al genio alchimista del compagno Donald Shaw.

«Andar per musica ha lo scopo di portare lo spettacolo e il folklore nella nostra provincia trovando quella sinergia propria delle rassegne - ha dichiarato l'assessore alla Cultura, Spettacolo, Identità e Tradizioni Giovanni Milesi -. Da 26 anni mescola con sapienza sia quantità (sono 24 gli spettacoli previsti quest'anno) che qualità. Celtic Connections facendo propria la finalità a noi cara del recupero e del sostegno delle tradizioni bergamasche, artistiche e culturali vuole aprirsi a contaminazioni internazionali creando un ponte tra la nostra musicalità, espressa dal  baghèt e la musica celtica dove lo strumento principe è proprio la cornamusa. Ci stiamo impegnando affinché la nostra e le altrui culture musicali e lessicali ritrovino comune slancio e si riconoscano vicendevolmente».

Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti, oltre all'assessore Milesi, Gianluigi Bresciani, direttore artistico e titolare responsabile Geomusic, Valter Biella, etnomusicologo esperto dello strumento baghèt, Antonio Cocca, assessore al Comune di Pagazzano e l'assessore Giovanni Testa del Comune di Caravaggio.

Il baghèt
Etnomusicologo per passione, Cocca dopo una breve dimostrazione musicale con il baghèt, ne ha tracciato la storia. La sua più bella testimonianza è ritrovabile in un affresco al castello di Bianzano datato 1375. Suonato fin circa al 1950 trova in Giacomo Ruggeri di Casnigo il più recente conoscitore e maestro.

La scomparsa dello strumento è collegato alla sua stretta relazione con il mondo contadino e sono solo sette gli esemplari rintracciabili nella nostra area alpina. Legato alla commedia dell'arte e antenato presunto dell'organo il baghèt è pronto per nuove scoprire nuove musicalità e potenzialità.

Per maggiori informazioni visitare il sito www.geomusic.it 

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