15 agosto al cinema? Aspettando Scrat
commuovetevi con il drago Elliot - video

Impossibile non commuoversi e meravigliarsi con gli occhi di un bambino, e il consiglio è di vedere «Il drago invisibile» che sta facendo sognare piccoli e grandi. Aspettando di ridere con lo scoiattolo Scrat.

«Il drago invisibile», che trae spunto dal film «Elliot il drago invisibile» del 1977, è una storia magica e commuovente. In viaggio con mamma e papà, per quella che dovrebbe essere un’avventura, il piccolo Pete si ritrova invece sbalzato dall’auto dei genitori che è uscita fuori strada, nel mezzo di un impenetrabile foresta. Unico sopravvissuto all’incidente, Pete si ritrova così, solo, a vagare per i boschi infestati dai lupi. Proprio quando questi ultimi lo stanno circondando, ecco apparire come per magia una strana creatura: è un enorme drago volante che, dopo aver messo in fuga i pericolosi animali, si avvicina cautamente al piccolo e gli fa capire di essere suo amico.

Una didascalia ci informa che sono passati sei anni. E qui troviamo il piccolo Pete, ormai cresciuto, in versione Mowgli, saltare, correre velocissimo, arrampicarsi sugli alberi più alti con abilità strepitosa e scorrazzare di qua e di là insieme all’ormai inseparabile drago che Pete ha chiamato Elliot, nome del cagnolino protagonista di un libro di fiabe che stava leggendo al momento dell’incidente.

Quando poi il bambino verrà ritrovato, da Grace, una intraprendete guardia forestale (la interpreta Bryce Dallas Howard) si rivelerà molto meno selvaggio del ragazzo del film di Truffaut, ma questa è tutta un’altra storia. Quello che conta è che il film è un buon film per ragazzi ma può piacere sicuramente anche agli adulti, proprio per quel suo giusto mix tra fiaba e realtà. Perché siamo, ovviamente, nei territori del fiabesco, del fantasy, la figura del drago buono (ma non fatelo arrabbiare) sembra uscita da «La storia infinita», che ricorda soprattutto nella sequenza del volo, così come l’umanità della «bestia» viene riconosciuta solo dai bambini o da chi, come l’anziano signor Meacham (Robert Redford), ci crede davvero.

Fiaba e realtà che si mescolano nel grande paesaggio del Nordovest americano coperto di foreste, un paesaggio che facilita la nascita di leggende come quella del drago che Meacham racconta ai bambini della cittadina, mentre intaglia il legno. Insomma, la morale è un po’ sempre quella del Piccolo principe: «L’essenziale è invisibile agli occhi». Spesso guardiamo senza vedere e senza accorgerci delle cose importanti della vita; ma per farlo bisogna avere il cuore puro e lo sguardo limpido, proprio come i bambini e non l’avidità degli adulti.

Intanto il povero scoiattolo Scrat c’è sempre e - neanche a dirlo - prende anche stavolta un sacco di «botte», ma soprattutto, scaraventando per sbaglio la sua amata e sfuggente ghianda nello spazio, dà inizio alla quinta avventura dell’ormai affiatatissimo gruppo di animali preistorici protagonisti dell’Era Glaciale, questa volta «In rotta di collisione».

Il nuovo episodio della saga di Blue Sky Studios e 20th Century Fox diretto da Mike Thurmeier e Galen T. Chu, che arriva nelle sale italiane il 22 agosto, si preannuncia come il più epico della serie, anche perché trasporta i piccoli fan fra spazi siderali e mondi extraterrestri. E infatti come Scrat ha dato inizio al disgelo nel primo film e in seguito nelle parti successive ha sguinzagliato i dinosauri del Mondo Perduto, ha causato la separazione dei continenti etc, ora scatena l’ultima Scrat-astrofe.

«In questo film è responsabile dell’espansione dell’universo per come lo conosciamo. È la sua personale versione del Big Bang» racconta la produttrice Lori Forte, nel team della saga dagli albori. E addirittura riuscirà a mandare contro la Terra un enorme asteroide. «Questo film - racconta Pino Insegno, che ruggisce sotto i denti a sciabola della tigre Diego accanto al bradipo Sid-Claudio Bisio da quasi 15 anni - è molto più importante e molto più profondo di quello che può sembrare, come tutti i film d’animazione dell’ultima generazione. Ma l’Era Glaciale ha un merito particolare: è stato il primo a parlare di diversità e di accettazione della diversità. Ci si può amare ed essere amici anche se si è completamente diversi a cominciare dalla religione, dalla pelle, dal sesso. Sono valori assai profondi che toccano tutti. Perché un bambino davanti al film si diverte ma un grande si commuove».

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