L'eredità del Concilio Vaticano II
Gli incontri di «Invito alla teologia»

L'eredità spirituale e teologica del Concilio Vaticano II e il dibattito sulle sue interpretazioni e sulla sua recezione nella Chiesa. È il nucleo al centro della 10ª edizione di «Invito alla Teologia». L'iniziativa è proposta anche quest'anno in tre incontri dal Centro culturale Nicolò Rezzara e dal Seminario diocesano.

Dopo il primo incontro tenutosi lo scorso 1° ottobre («Il cammino verso il Concilio. Un'analisi storico-teologica del contesto ecclesiale, degli obiettivi e dei protagonisti», con monsignor Goffredo Zanchi, docente di Storia ecclesiastica in Seminario e alla Facoltà teologica di Milano), venerdì 8 ottobre - sempre nella sala Alabastro del Centro congressi Giovanni XXIII, in viale Papa Giovanni con inizio alle 20.45 - è la volta di don Giovanni Rota, docente in Seminario, sul tema: «Il Vaticano II nel conflitto delle interpretazioni: problemi e prospettive».

Il 15 ottobre - sul tema «Per una continuità nella riforma. Il caso della liturgia» - interverrà padre Luigi Girardi, dell'Istituto di liturgia e pastorale Santa Giustina di Padova.

«L'eredità spirituale e teologica su cui la Chiesa del terzo millennio intende radicarsi - sottolineano gli organizzatori - è costituita dal Concilio Vaticano II. Esso infatti rappresenta "la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta la bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre", come afferma Papa Giovanni Paolo II nella "Novo millennio ineunte", n. 57».

Una bussola che si deve però imparare a leggere. «Proprio sulla recezione conciliare - proseguono gli organizzatori di "Invito alla Teologia" - è in corso "un conflitto delle interpretazioni", che riguarda in particolare i rapporti fra l'ultimo Concilio e la figura assunta dalla Chiesa cattolica nella modernità. Per orientarsi nel dibattito è necessario innanzitutto riscoprire le finalità con cui Papa Giovanni XXIII ha inteso convocare il Vaticano II (scarica anche l'allegato - n.d.r.). Solo a questa condizione si possono meglio comprendere i diversi accenti e interessi che si confrontano nell'attuale recezione conciliare».

«Un caso emblematico di tale confronto - concludono gli organizzatori - è rappresentato dalla riforma liturgica, la quale ha costituito indubbiamente la scelta che ha segnato più in profondità il corpo ecclesiale. Comprendere il cammino che il Vaticano II indica alla Chiesa rappresenta, perciò, uno dei compiti più urgenti che oggi la teologia è chiamata ad assolvere».


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