Le Danze macabre di Lefèbre
Aperta la mostra in via Tasso

«Danze macabre» 2010, un nuovo inizio nel solco di una tradizione recente. La Fondazione Benedetto Ravasio coniò questo progetto con l'intento di unire un'idea forte con la proposta al pubblico di spettacoli di figure animate più adulti.

«Danze macabre» 2010, un nuovo inizio nel solco di una tradizione recente. La Fondazione Benedetto Ravasio coniò questo progetto cinque anni fa, con l'intento di unire un'idea forte legata ad alcune espressioni del territorio (la tradizione pittorica delle danze macabre, i burattini) con la proposta al pubblico di spettacoli di figure animate più adulti, ovvero produzioni per ragazzi viste sotto un profilo diverso: l'emersione del confronto con il tema della morte, la sua esorcizzazione e degradazione attraverso il grottesco, la costruzione di un'epopea popolare dell'esistenza.

Tutto questo si traduce oggi in un progetto a doppio binario. Da un lato c'è lo stimolante accostamento all'opera pittorica del belga Pierre Lefèvre (1926-2005), in bilico tra naïvetè, caricatura e simbolismo figurativo: è «Dorme sepolto e morde ancora», una mostra di opere dell'artista francofono (altre sono esposte fino al 30 giugno 2011 a Bruxelles, presso la Commission Communautaire Française, nell'esposizione «Le BEAU, Le BRUT et Le NAÏF») apertasi giovedì 18 novembre allo Spazio Viterbi del Palazzo della Provincia, a Bergamo in via Tasso.

E la Provincia è uno dei partner di «Danze macabre», con Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Comune di Bergamo e Museé d'Art Spontané di Bruxelles. L'altro binario su cui scorre questo piccolo ma vitale festival è il teatro di figura, secondo la vocazione della Fondazione Ravasio.

Da oggi sono previsti cinque spettacoli in sette repliche: «Le avventure di Pulcinella» di e con Orlando Della Morte (in cartellone alle 16 a Bergamo, Istituto Sacro Cuore), replica il 18 dicembre al Pellicano di Treviglio (ore 16), come «Il castello di Tremalaterra» che il trevigiano Aprisogni porta prima a Filago (28 novembre, Giardini comunali di piazza Dante, ore 16.30) e poi al Pellicano di Treviglio (11 dicembre, ore 16). Gli altri sono «Le avventure di Gioppino, Arlecchino e Brighella» di e con Pietro Roncelli (4 dicembre, Pellicano di Treviglio, ore 16), «La disfatta di Roncisvalle» in cui Pane e Mate recupera la tradizione siciliana dei pupi (7 dicembre, Bergamo, Collegio S. Alessandro, ore 11.15) e «Natalì» di Roggero Rizzi e Scala (8 dicembre, Bergamo, Casa del Giovane, ore 15.30).

Pur riferendosi a due arti diverse, le due linee di «Danze macabre» s'intrecciano. L'arte di Lefèvre elude ogni mediazione formalistica o intellettuale. La sua pittura si compone per stratificazioni e saturazioni della carta, senza perdere di vista una leggibilità narrativa o aneddotica. È popolare, è grottesca, tratta la morte fino – si direbbe – ad addomesticarla, riversando nella sua opera sogni (o incubi?), paure, fantasmi, angosce e un filo di humour nero, con crudezza riscattata dall'ingenuità: sembra di parlare di burattini, in realtà.

Sia chiaro: non si tratta di un legame iconografico, tecnico o immaginario. In realtà l'arte popolare di Lefèvre sembra trasferire nella superficie bidimensionale della pittura ciò che i teatranti delle figure animate tradizionali hanno fatto per secoli, si trattasse di burattini, marionette o pupi: il gioco, anzi la danza, dell'esistenza, della vita e della morte. La mostra resta aperta fino al 9 gennaio. Orari: martedì-venerdì ore 15-19, sabato e festivi ore 10-12 e 15-19, domenica ore 10-12 e 15-22. Info: www.fondazioneravasio.it , tel. 035401924.
Pier Giorgio Nosari

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Eco di Bergamo Le opere di Pierre Lefevre