Giulio Bosetti: dal cinema al teatro
Una carriera costellata di successi

Giulio Bosetti, possiamo ben dire, era nato a teatro, il 26 dicembre 1930. Nel vero senso della parola. L'attore, morto dopo una lunga malattia il 24 dicembre 2009, aveva visto la luce proprio sopra l'allora Teatro Duse che suo nonno, impresario, fece costruire a Bergamo.

Giulio Bosetti, possiamo ben dire, era nato a teatro, il 26 dicembre 1930. Nel vero senso della parola. L'attore, morto dopo una lunga malattia il 24 dicembre 2009, aveva visto la luce proprio sopra l'allora Teatro Duse che suo nonno, impresario, fece costruire a Bergamo. Studente all'università di Scienze politiche, decide di seguire la sua vocazione recitativa e si diploma all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico di Roma. Nel 1950 debutta a teatro con «La Moscheta» di Ruzante. Da qui inizia a lavorare con attori e registi di calibro come Vittorio Gassman e Giorgio Strehler.

Dopo Milano, si sposta nei teatri di Genova, Trieste - che poi dirigerà dal 1967 per 5 anni consecutivi - e Torino. Fra i suoi spettacoli: Il re muore, La lezione, Assassino senza movente, Il processo, La coscienza di Zeno, Zeno o la cura del fumo, Sei personaggi in cerca d'autore, Ma non è una cosa seria, Vestire gli ignudi, La morsa, Non si sa come e Tutto per bene. Dal 1960 debutta in tv con gli sceneggiati Ragazza mia (1960) di Mario Landi con Lea Padovani, Amedeo Nazzari, Alida Valli, Scilla Gabel, Ivo Garrani e Fosco Giochetti, e La pisana (1960) di Giacomo Vaccari con Gian Maria Volonté, Umberto Orsini, Marina Berti e Mario Scaccia. Dalla tv passa al cinema con Morgan il pirata (1961) di André De Toth e Primo Zeglio con Steve Reeves e Ivo Garrani, poi passerà alla pellicola bellica La città prigioniera (1962) con David Niven e al film drammatico con Monica Vitti Notti bianche (1962) per la regia di Vittorio Cottafavi.

Altre pellicole che compongono la sua filmografia sono: Le sette spade del vendicatore(1962), Venere imperiale (1963), Oro per i Cesari (1963) e Il terrorista (1963). Dopo il film tv Luisa Sanfelice (1963), recita per Mario Monicelli ne I compagni (1963) con Marcello Mastroianni, poi sarà accanto a Barbara Steele ne Un tentativo sentimentale (1963), successivamente sarà diretto da Nanni Loy ne Made in Italy (1965) con Claudio Gora e sarà nel cast della pellicola di serie B Requiem per un agente segreto (1966). Nel frattempo, continua a lavorare in teatro con Le notti bianche (1964) di Dostoevkij accanto a Giulia Lazzarini e debuttando come regista nell'allestimento de Zio Vanja (1970) di Cechov, nonché l'opera lirica Lucia di Lammermoor (1974). Un attore prediletto Attore prediletto di Guglielmo Morandi, Mario Ferrero, Enrico Colosimo, Ernesto Guida, scrive per quest'ultimo la sceneggiatura del suo film Il segreto dell'uomo solitario (1988) con Mimsy Farmer, Nada e Didi Perego. In seguito, lavora ne Rose rosse per Angelica (1968) e nei televisivi La vita di Leonardo Da Vinci (1971) di Renato Castellani, Il rumore (1973), Malombra (1974), Sotto il placido Don (1974) di Cottafavi.

Dopo molti anni di assenza dal grande schermo, ritorna al cinema con la pellicola Il ritorno di Casanova (1980), il teatro lo ingloba completamente: forma la Cooperativa Teatro Mobile e, sempre negli Anni Ottanta, la Compagnia Giulio Bosetti, grazie alle quali metterà in scena opere di Brecht, Sofocle, Shakespeare e Pirandello. Divenuto direttore del Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni dal 1992 al 1997, porterà sul palcoscenico: Le massere, La bottega del caffè, Il bugiardo, La famiglia dell'antiquario, Don Giovanni, Tartufo, L'avaro, Il malato immaginario, Spettri, Se i no xe mati no li volemo e Le ultime lune, ovvero l'addio al teatro dell'amico Marcello Mastroianni.

Dopo essere diventato direttore artistico del Teatro Carcano di Milano, progetta invece Aspettando Godot e Un amore, è in questo periodo che il cinema lo riscopre con Nag la bombe (2000), Il cuore altrove (2003) di Pupi Avati e lo splendido ruolo di Paolo VI ne Buongiorno, notte (2003) di Marco Bellocchio con Maya Sansa, Luigi Lo Cascio, Roberto Herlitzka e Paolo Briguglia, senza contare la parte di Eugenio Scalfari ne Il divo (2008).

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