Van De Sfroos: super «Yanez»
Entusiasmo alle stelle al Donizetti

Teatro Donizetti esaurito per Davide Van De Sfroos, nell'appuntamento previsto in seno al progetto «Sorella terra». Al mattino convegno, con il signor Bernasconi che dice la sua sul rispetto dell'ambiente, a sera concerto dello «Yanez Tour».

Teatro Donizetti esaurito per Davide Van De Sfroos, nell'appuntamento previsto in seno al progetto «Sorella terra». Al mattino convegno, con il signor Bernasconi che dice la sua sul rispetto dell'ambiente, a sera concerto dello «Yanez Tour».

Dopo Sanremo le quotazioni del cantautore monzese sono salite più su di quanto fosse lecito aspettarsi; e ora non si scherza, si torna alla musica viva. Davide indossa i suoi panni, quelli dell'ultima sera del Festival. Come dire: l'Ariston è stata una parentesi, la vita continua.

E continua «laiv», dal vivo, con le canzoni suonate, bene, da una band che è stabile da anni e ormai conosce il «contrabbandiere capo» come le sue tasche. L'intro shamanico è un vezzo perdonabile, Lo shamano è il pezzo scelto per cominciare l'avventura della nuova tournée (solo due date alle spalle): «brezza di Nesso, erba di Boffalora». Segue Pulenta e galena fregia con il fantasma che se ne sta sulla veranda.

Davide chiede alla gente di applaudire piano, per non far venir giù il teatro: scherza con un fondo di verità. Si viaggia sulla lunghezza d'onda della ballata folk e glocal, perché il clima del concerto deve rispettare il gioco favorito di Yanez, l'album più «privato» del Davide.

Ecco che i primi segnali arrivano con l'intensità poetica di Dona Lüseerta e le tastiere narrative de La machina del ziu Toni con gli adesivi sul cruscotto, e Padre Pio che guarda in faccia, un po' perplesso, le chiome dei fratelli Ramones. I bello di Davide è che mescola tutto in una scrittura popolare che ha raggiunto ormai livello di poesia vera e propria.

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