Luca De Filippo al Donizetti porta in scena «Le voci di dentro»

Ritorno al teatro Donizetti per Elledieffe, la compagnia di Luca de Filippo che porterà in scena (in coproduzione con l’Associazione Teatro di Roma) una nuova versione de «Le voci di dentro», commedia scritta dal padre Eduardo. L’opera è in cartellone al Donizetti dal 23 febbraio al 4 marzo. La regia della commedia, che Eduardo De Filippo definì una tarantella in tre atti, è firmata da Francesco Rosi. Le scene sono di Enrico Job, i costumi di Enrico Job e Cristiana Lafayette, le luci di Stefano Stacchini. Gli spettacoli avranno inizio alle 20.30, la domenica alle 15.30. I biglietti sono in prevendita alla biglietteria del teatro Donizetti, aperta dal lunedì al sabato dalle 13 alle 20.30; la domenica dalle 14 alle 15.30. Costo del biglietto: da 28 euro (più prevendita 10%) per platea e palchi a 12euro (più prevendita 10%) per la seconda galleria. I biglietti acquistati lo stesso giorno di spettacolo non saranno caricati del diritto di prevendita.
«Le voci di dentro», scritta e rappresentata nel 1948 (in fretta e furia a causa della malattia di Titina che impediva il debutto de «La grande magia» tanto che De Filippo fu costretto a mettere in scena una commedia dove lei non fosse indispensabile) chiude il ciclo delle opere dell’immediato dopoguerra. De Filippo la collocava a chiusura di un «discorso» unico e coerente, aperto da «Napoli Milionaria!» e continuato con «Filumena Marturano», «Questi fantasmi!» e «Le bugie con le gambe lunghe».
La commedia ebbe un grande successo e il pubblico riuscì a cogliere il lato amaro di quello che Eduardo aveva voluto dire: ovvero puntare i riflettori sulla famiglia come luogo di gelosia, di rancori, di odi nascosti. «I personaggi di questa commedia – aveva commentato De Filippo in un’intervista a L’Unità (10 gennaio 1977) – portano in sé l’ansia di una guerra appena finita, di violenze dimenticate». E, oggi, con la nuova versione della commedia, il regista Francesco Rosi commenta: «Oggi possiamo continuare l’elenco desunto da una cronaca quotidiana sempre più tormentata da violenze insopportabili: madri che uccidono i figli, figli che uccidono padri, familiari che sia ammazzano tra loro, famiglie sconvolte dall’odio, da crimini commessi in nome degli interessi più sordidi. Il valore di profezia della commedia di Eduardo, definita dall’autore una “tarantella in tre atti”, e la sua attualità sono sconcertanti».
La trama de «Le voci di dentro» racconta di Alberto Saporito, il protagonista, che ha un incubo, forse una visione che lui definirà un «sogno»: ovvero il delitto commesso da una famiglia di tranquilli borghesi che Alberto non esita a denunciare. Ma gli accusati, invece di proclamare la loro estraneità al delitto, sospettano che sia stato commesso da uno di loro e così si accusano l’un l’altro, arrivando addirittura a progettare un delitto vero e proprio per coprirne uno, alla fine, soltanto immaginato. Una situazione paradossale, un perfetto equilibrio di ironia e drammaticità, di sogno e di realtà.

(19/02/2007)

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