«Partire senza pregiudizio
ma tornare con un giudizio»

La regola di Beppe Severgnini, che martedì sera alla Fiera del Libro di Bergamo, ha presentato la sua ultima fatica editoriale - «La pancia degli italiani. Berlusconi spiegato ai posteri» -, è «partire senza pregiudizio, ma tornare con un giudizio». Ecco perchè ha dato alle stampe il libro.

La sua regola è «partire senza pregiudizio, ma tornare con un giudizio». E perché i posteri se ne possano fare uno, ha dato alle stampe «La pancia degli italiani. Berlusconi spiegato ai posteri», ultima fatica del giornalista e scrittore Beppe Severgnini («mi è costato un anno di lavoro e quattro chili»), che martedì sera, intervistato dal giornalista de «L'Eco di Bergamo» Dino Nikpalj, ha presentato il volume alla 52ª Fiera dei librai sul Sentierone a Bergamo.

Dopo la lingua e la testa degli italiani «dovevo parlare della pancia e capire perché il fenomeno Berlusconi si è verificato proprio in Italia». Per farlo ha analizzato dieci fattori, da quello «Hoover», ovvero la capacità di «vendere», a quello «Zelig», vale a dire l'abilità di immedesimarsi nei suoi interlocutori.

Ma basta tutto questo per raccogliere consensi? Severgnini, sottolineando che il premier «piace» a tre italiani su dieci, non esclude una certa complicità dei suoi avversari politici (fattore «Tina», acronimo di There is no alternative): «Sono convinto, ad esempio, che Rutelli preferisca essere il presidente di un piccolo partito come l'Api piuttosto che di stare in un gruppo dove Renzi o Bersani sono a Palazzo Chigi».

La «colpa» degli italiani, invece, sarebbe quella di avere un atteggiamento di «divertita complicità davanti agli eccessi del potere», eredità dell'età comunale (fattore «Medici»). «L'anno scorso Berlusconi, durante la festa del Popolo della Libertà, ha detto che la sinistra continua a ripetergli di tornarsene a casa, ma non sa quale casa, perché ne ha venti».

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