L'addio a Ermanno Comuzio
«Un grande bergamasco»

Numerosi amici e conoscenti si sono stretti intorno alla moglie Lina e alle figlie Bruna e Cecilia, ieri mattina nella chiesa di San Tomaso, a Bergamo, per dare l'ultimo saluto ad Ermanno Comuzio.

Numerosi amici e conoscenti si sono stretti intorno alla moglie Lina e alle figlie Bruna e Cecilia, lunedì mattina nella chiesa di San Tomaso, a Bergamo, per dare l'ultimo saluto ad Ermanno Comuzio.

Lo vogliamo ricordare con due testimonianze: «Il mondo dello spettacolo, tutto, era il suo grande giocattolo intellettuale, che affrontava con intelligenza e serietà – ha detto l'assessore alla Cultura del Comune di Bergamo, Claudia Sartirani –. Era acuto, attento, appassionato. È il mondo dello spettacolo oggi a perdere un bergamasco insostituibile. Ma soprattutto un uomo che all'interdisciplinarietà, oggi celebrata e riconosciuta come una caratteristica della cultura, era arrivato anni prima. Ci rimane, oltre al rimpianto dell'uomo, l'eredità di un sapere e di una sensibilità che vorremo ricordare e valorizzare come merita».

«Me lo ricordo – prosegue l'assessore – e continuerò a ricordarmelo così, seduto nel suo studio, circondato dai libri. Di lui mi ha sempre colpito l'intelligenza vivacissima. Con la sua scomparsa la città perde la figura di un grande bergamasco, indipendente, forse più conosciuto fuori Bergamo che in città. Era stato scelto come uno degli specialisti del comitato scientifico per Bergamo capitale europea della cultura, perché la sua conoscenza sarebbe stata molto utile. Comuzio ha curato la pubblicazione della cronologia del Teatro Donizetti, ha realizzato mostre e libri sulla cultura bergamasca spesso in coppia con Andreina Moretti, ha scritto di Gianandrea Gavazzeni, Bindo Missiroli, Simone Mayr, ha tenuto conferenze per la fondazione Gaetano Donizetti: è stato davvero un personaggio insostituibile e di levatura internazionale».

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