Tra santi, draghi, folletti e streghe
«Notte in Lemine»: è il medioevo

«La sfida è creare un evento teatrale che sia un momento popolare, che coinvolga tutta la comunità che non solo assiste, ma diventa protagonista. La sfida è fare rivivere drammaticamente, con delle storie, quel lontano periodo storico»

«La sfida è creare un evento teatrale che sia un momento popolare, che coinvolga tutta la comunità che non solo assiste, ma diventa protagonista. La sfida è fare rivivere drammaticamente, con delle storie, quel lontano periodo storico. Fare rivivere il medioevo, i secoli in cui il territorio di Lemine era un faro per tutta la comunità bergamasca, e non soltanto. Con i suoi aspetti culturali forti. La religione. La superstizione. Il gioco. La guerra».

Adriana Spangaro è la presidente dell'Antenna europea del Romanico, l'associazione che ha riportato in primo piano gli studi su quel periodo storico e artistico che nella zona degli Almenno ha lasciato tracce importanti come le chiese di S. Maria del Castello, di San Tomè e di San Giorgio, ma anche il ponte di Attone a Clanezzo e andando un po' più in là con gli anni la chiesa di San Nicola.

«Notte in Lemine» di domenica sera 9 settembre (appuntamento alla chiesa di San Giorgio in Almenno San Salvatore alle 21) è la principale manifestazione popolare organizzata dall'Antenna insieme a «Lemine», sistema culturale, con il sostegno di Provincia, Fondazione Cariplo e Fondazione della Comunità Bergamasca.

Arrivata alla quinta edizione, la «Notte» prevede l'incontro dei partecipanti davanti alla chiesa di San Giorgio dove i teatranti rappresentano la leggenda di San Giorgio e il Drago mentre all'interno si trova un'installazione visiva degli affreschi e il racconto popolare della Passione. All'uscita della chiesa la vendita delle indulgenze, come da tradizione medievale.

Quindi il corteo dei figuranti parte verso la via della Noca «lungo un percorso illuminato da fiaccole, proiezioni, luci suggestive attraverso - dice la presentazione dell'evento - magici incontri: almanacco dei mestieri, pagus romano, banchetto campestre, dio silvano e la vigna, visioni d'amore sul lago, accampamento longobardo, musici e giullari, fate e folletti, streghe e civette, il pifferaio magico, mammona e il diavolo del Tarchì». La regia e la drammaturgia dello spettacolo sono di Silvia Barbieri, lo studio della luce e la regia tecnica sono opera di Oreste Castagna.

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