Deborah Blum, ha vinto un Pulitzer:
«Il veleno ha scritto pagine di storia»

Pomeriggio di brividi e sorprese, al Teatro Sociale, con Deborah Blum, Premio Pulitzer, intervistata dal direttore de «L'Eco di Bergamo» Giorgio Gandola. Due ore trascorse nel backstage delle grandi scoperte della chimica del '900.

Pomeriggio di brividi e sorprese, al Teatro Sociale, con Deborah Blum, Premio Pulitzer, intervistata dal direttore de «L'Eco di Bergamo» Giorgio Gandola. Due ore trascorse nel backstage delle grandi scoperte della chimica del '900, con la giornalista a descrivere la spettacolare rincorsa tra scienziati, investigatori di polizia e individui al servizio del delitto.

Un po' come avviene tra doping e antidoping – con campioni come Lance Armstrong in fuga, avanti di qualche anno rispetto ai controlli – anche nel campo dei veleni abbiamo assistito a un inseguimento in cui il bene non raggiunge mai del tutto la fantasia del male. La Blum (nella foto) ha spiegato che considera l'arsenico il veleno perfetto, «incolore, inodore, non lascia traccia...».

Anche quando, come nel caso di Napoleone, non fu inoculato a bella posta ma – pare – emigrò dal verde colore delle tappezzerie all'imperiale naso, complice il clima umido di Sant'Elena. Ma la storia non è finita se si parla di un Arafat ucciso con del Polonio 210, lo stesso usato per stecchire lo spione russo Livtinenko...

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