Il Caravaggio al Famedio di Milano?
Proposta bocciata, la Lega insorge

Palazzo Marino si divide sul nome di una persona scomparsa 502 anni fa: Michelangelo Merisi da Caravaggio. «Ciò che stiamo per denunciare potrebbe essere considerata una barzelletta, ma purtroppo non lo è»: è l'accusa del leghista Luca Lepore.

Palazzo Marino si divide sul nome di una persona scomparsa 502 anni fa: Michelangelo Merisi da Caravaggio. «Ciò che stiamo per denunciare potrebbe essere considerata una barzelletta, ma purtroppo non lo è»: la Commissione consultiva per le Onoranze al Famedio del Comune di Milano, è l'accusa del consigliere comunale leghista Luca Lepore, ha bocciato «inopinatamente e vergognosamente» la proposta del Carroccio di onorare l'artista.

La motivazione? Candidatura considerata inopportuna, spiega Lepore.

«La pochezza culturale e recettiva di taluni personaggi fa accapponare la pelle - protesta ancora il consigliere leghista -. Possibile che Milano non abbia un sussulto d'orgoglio tale da riservare una degna e doverosa onoranza al più grande pittore italiano di tutti i tempi? Possibile che un concittadino di tale levatura possa essere misconosciuto e umiliato con sì tanta sufficienza?», si domanda l'esponente lumbard.

«È una proposta che non ha senso», replica il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo (Fds) che considera la candidatura del pittore nato a Milano nel 1571 come «una provocazione», tanto che quando è stata avanzata «abbiamo tutti sorriso». «Mi affido al buon senso, possiamo affiancare ai nomi di chi è scomparso due anni fa da iscrivere al Famedio, quello di uno morto nel 1610? Non ha senso», aggiunge Rizzo che poi fa notare: «Sarebbe inoltre come bocciare tutti gli amministratori di Milano che non hanno preso in considerazione il nome di Caravaggio».

E poi, prosegue scherzando, «allora il primo nome, se dobbiamo scavare nel passato, sarebbe quello di Gesù di Nazareth». Ma la Lega non demorde e promette «battaglia con ogni lecito mezzo affinchè in un prossimo futuro vengano tributati i giusti omaggi a un genio che ha rivoluzionato la pittura italiana. Questa - conclude Lepore - è una promessa».

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