E' morta l'architetto Gae Aulenti
Al Bernareggi la sua conferenza

Gae Aulenti è morta a Milano nella sua abitazione. Nata nel 1927 era malata da tempo. A Bergamo era giunta l'ultima volta nel novembre 2009 invitata dal Museo diocesano Bernareggi di Bergamo assieme agli architetti Vittorio Gregotti, Mario Botta e Stefano Boeri.

Gae Aulenti è morta ieri sera a Milano nella sua abitazione. Nata nel 1927 era malata da tempo. L'architetto ha lavorato fino all'ultimo. Fra le sue opere sia architettoniche, che di design, si ricordano il Museo d'Orsay con il tema floreale delle lunette della volta (1980-86) o la lampada "Pipistrello" della Martinelli Luce (1963), che ha richiami Art Nouveau.

Gae Aulenti si forma come architetto nella Milano degli anni cinquanta, dove l'architettura italiana è impegnata in quella ricerca storico culturale di recupero dei valori architettonici del passato e dell'ambiente costruito esistente. Dal 1955 al 1965 fa parte della redazione di "Casabella-Continuità" sotto la direzione di Ernesto Nathan Rogers. Dal 1974 al 1979 è membro del Comitato direttivo della rivista "Lotus International" e dal 1976 al 1978 collabora con Luca Ronconi a Prato al Laboratorio di Progettazione Teatrale.

A Bergamo era giunta l'ultima volta nel novembre 2009 invitata dal Museo diocesano Bernareggi di Bergamo assieme agli architetti Vittorio Gregotti, Mario Botta e Stefano Boeri per un ciclo di conferenze sulle «Architetture per l'uomo.

L'architetto Gae Aulenti illustrò il suo concluso progetto di trasformazione «Dalla Stazione al Museo» del Musée d'Orsay di Parigi.

«Non ritengo che un museo sia un luogo triste, da rivitalizzare - aveva spiegato Gae Aulenti - È un luogo sia di visita sia di produzione, non solo di studi, ma anche di esposizioni temporanee. Dove la visita è scandita da spazio e tempo, intesi come un solo concetto e non assoluto; dove il visitatore va aiutato a orientarsi, perché non provi mai il panico di non sapere dove si trova; dove le opere - soprattutto se nate open air come nel museo parigino - devono ricevere una luce naturale che si rifletta magari sul soffitto, ma non direttamente sull'opera. Un luogo che quanto più attira con temi critici tanto più viene frequentato: si pensi che il Musée d'Orsay attrae quattro milioni di visitatori ogni anno. Il progetto di questo museo è stata la mia prima esperienza nell'ambito dell'architettura museale e mi ha permesso di imparare molto, anche a realizzare edifici nuovi, leggendo il contesto sia fisico sia concettuale in cui opero».

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