Bergamo capitale del blues
I big registrano nella nostra città

Guy Davis è considerato in tutto il mondo l'unico vero erede di Robert Johnson e John Lee Hooker. È dunque un bluesman di razza, forte di un'esperienza e di una discografia esemplare che arrivano dagli anni Settanta.

Guy Davis è considerato in tutto il mondo l'unico vero erede di Robert Johnson e John Lee Hooker. È dunque un bluesman di razza, forte di un'esperienza e di una discografia esemplare che arrivano dagli anni Settanta.

«Quando mi trovo a suonare al suo fianco mi sembra davvero di essere accanto alla storia del blues», spiega Fabrizio Poggi, armonicista, band leader e produttore discografico. È un artista unico, autentico e sincero come pochi. Viene in Italia qualche volta e nell'ultimo giro ha deciso di fermarsi proprio dalle nostre parti, a Bergamo, per registrare il suo nuovo album, uscito in questi giorni.

S'intitola «Juba Dance» e vede come ospite Poggi, impegnato anche alla produzione. «Il disco che ho prodotto per la Dixiefrog - spiega il bluesman italiano - è stato registrato quasi interamente in Italia, nell'occasione del tour europeo di Guy Davis, da Dario Ravelli negli studi "Suonovivo" della vostra città, tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre dell'anno scorso.

La maggior parte dei dischi che ho prodotto negli ultimi anni sono stati registrati negli States anche perché non è così semplice trovare certe sonorità negli studi italiani. Qualcuno che però riesce a catturare il sound d'oltreoceano c'è. E uno di questi è sicuramente Dario».

Lavorare al disco di un chitarrista blues del calibro di Davis è una responsabilità, anche se da certi punto di vista si va sul sicuro. «È facile perché suona incredibilmente bene tutto: chitarra, banjo, percussioni, mandolino e armonica; ed è difficile perché il suo livello artistico è di caratura così grande che devi stare attento a non rovinare gli splendidi equilibri dinamici che lui sa creare».

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