Giorgio Albertazzi compie 90 anni
Bergamo, la sua seconda casa

Si può dire che Giorgio Albertazzi, che oggi compie 90 anni, abbia a Bergamo come una seconda casa, considerando le innumerevoli volte che è stato ospite del Teatro Donizetti. La prima fu nel gennaio 1978, quando recitava in «Antonio e Cleopatra».

Si può dire che Giorgio Albertazzi, che oggi compie 90 anni, abbia a Bergamo come una seconda casa, considerando le innumerevoli volte che è stato ospite del Teatro Donizetti.

La prima fu nel gennaio 1978, quando Giorgio recitava appassionatamente in «Antonio e Cleopatra» di Shakespeare, con Anna Proclemer, ovviamente la regina d'Egitto, sua abituale partner per almeno vent'anni, a cominciare dal 1956.

Ce l'aveva a morte con i teatri stabili. «Sono diventati abbuffatori di denaro pubblico, sono burocratizzati, feudi di signorotti che vi spadroneggiano facendo il bello e il cattivo tempo. Vanno profondamente rinnovati». La seconda volta fu all'ex Rubini nel marzo 1981, quando Giorgio era «Re Nicolò» di Wedekind. Disse, del teatro in generale: «In questo teatro d'oggi, non mi riconosco, io sono un alieno. Forse dovrei avere un teatro mio per essere veramente me stesso».

La terza volta nel febbraio dell'anno scorso, in coincidenza con lo spettacolo «Cercando Picasso», «progetto teatrale» con la regìa di Antonio Calenda e le coreografie della Martha Graham Company. Un pomeriggio si intrattenne al Sociale, in coppia con il critico d'arte Claudio Strinati, per la rassegna «Verba manent» sul tema «Il teatro e le arti figurative del '900», come un invito a nozze per Giorgio dentro un periodo che, da sempre, lo appassiona particolarmente.

Ma, prima? Nel settembre '99, Giorgio si prodigò, in piazza Dante, per la serata di Notti di luce, insieme, tra altri, al jazzista Gianluigi Trovesi e il pianista Marco Giovannetti. Disse in quell'occasione della nostra città: «La città è bellissima. C'è un grande teatro, uno dei pochi ad ospitare repliche anche per 10-12 giorni. Qui ho un amico carissimo come il pittore Mario Donietti e ne avevo uno come lo stilista Nicola Trussardi, che aveva realizzato scene e costumi per alcuni miei spettacoli: era una persona d'alta dimensione, non solo imprenditoriale ma umana».

E poi, qui da noi, un'infinità di spettacoli: da «Un cappello pieno di pioggia» di Michael Gazo (1957) a «La figlia di Jorio» di D'Annunzio (1958), da «La pietà di novembre» di Brusati (1966) a «Come tu mi vuoi» di Pirandello, sua regìa (1967), da «Il fu Mattia Pascal» (lui stesso), ancora di Pirandello (1975), a «Antonio e Cleopatra» di Shakespeare (lui Antonio, la Proclemer Cleopatra, 1978), da «Commedia d'amore» di Bernard Slade (1987), con Ornella Vanoni, a «La governante» di Brancati, sua regìa, con Paola Pitagora (1966).

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