Morti bianche, mostra all'ospedale
Marciano tute da lavoro vuote

Una sconcertante sfilata di tute da lavoro, senza nessuno dentro. E' l'opera d'arte di Gianfranco Angelico Benvenuto per sensibilizzare sul tema delle morti bianche. La sua istallazione a Bergamo verrà inaugurata sabato al nuovo ospedale di Bergamo.

Dedicata alle morti bianche, ispirata al «Quarto Stato» di Pellizza da Volpedo, allestita con 100 manichini in tuta da lavoro, arriva a Bergamo la grande installazione dell'artista friulano Gianfranco Angelico Benvenuto per un evento fortemente voluto dalle confederazioni sindacali negli spazi del nuovo ospedale: Cgil, Cisl e Uil provinciali, la Biblioteca «Di Vittorio» Cgil in collaborazione con l'azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo presentano «100 sogni morti sul lavoro» e invitano lavoratori, lavoratrici, le istituzioni e tutti i cittadini all'inaugurazione dell'opera in programma sabato 28 settembre, alle ore 11, lungo la Hospital Street dell'ospedale (angolo tra le torri 2 e 3). Sarà possibile visitare l'installazione fino a domenica 6 ottobre.

Per tutto il periodo della mostra si svolgeranno visite guidate per le scolaresche: ad accompagnare gli studenti saranno i rappresentanti dei Lavoratori alla Sicurezza Territoriali (Rlst). Per il 4 ottobre, inoltre, è previsto un convegno/seminario per Rls e Rlst dal titolo «Per continuare a sognare, più prevenzione per la sicurezza».

«Abbiamo scelto gli spazi del nuovo ospedale, luogo in cui si salvano le vite e si curano le persone, perché ci è sembrato lo spazio perfetto per sensibilizzare la cittadinanza su un tema importante come quello della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro - hanno detto Luciana Fratus della Cgil, Giacomo Meloni della Cisl e Amerigo Cortinovis della Uil di Bergamo -. L'ultima morte in ordine di tempo avvenuta a seguito di un infortunio sul lavoro è stata registrata proprio questa settimana: a perdere la vita è stato il tecnico di un'azienda chimica coinvolto in un'esplosione. Quest'esposizione e il seminario del 4 ottobre al Papa Giovanni XXIII fanno parte delle iniziative che da tempo portiamo avanti a suon di formazione e sensibilizzazione, ponendo al centro la prevenzione, affinché il lavoro non si coniughi più con le parole "morte" o "malattia"».

«Ospitare questa mostra ha un duplice valore - commenta il direttore generale del Papa Giovanni XXIII Carlo Nicora -, da un lato perché l'ospedale è luogo di cura ma anche di cultura, dall'altro perché i temi della prevenzione e della promozione della salute sono la prima risposta ai bisogni di salute delle persone. Per questo siamo orgogliosi di poter offrire una grande visibilità all'evento, con oltre diecimila persone che ogni giorno varcano i nostri ingressi».

«Quello di Pellizza da Volpedo e del suo "quadro sociale", è un messaggio sociale, una citazione che, a cento anni di distanza, diventa esplicita ma disperata nell'opera di Benvenuto, dove i compagni di viaggio sono una folla di fantasmi in tuta da lavoro». Gli indumenti portano il segno tangibile ed evidente di un percorso travagliato, che si è indurito ulteriormente in questi anni segnati dalla crisi. Un popolo che avanza, privo di faccia, piedi, testa: sono vittime del lavoro, sono 100 sogni morti sul lavoro.

Nell'opera dell'artista friulano è esplicito il ricordo di chi sul lavoro ha perso la vita, ma anche di chi è morto perché il lavoro non ce l'ha più o non l'ha trovato. Un ricordo che queste tute-fantasma traducono in affermazione, perché il lavoro è motore d'identità, di civiltà, il lavoro è necessario per esserci. La battaglia perché il lavoro non si coniughi mai alla morte o alla malattia è all'origine delle prime forme di sindacalismo, alla base della nascita del mutualismo e caratterizza la storia del movimento operaio.

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