Far vivere il passato agli studenti
«Fili di storia» al Museo Storico

Raccontare la storia, fare rivivere la storia per diventare consapevoli di chi siamo. Fin da bambini. Per questo il Museo storico della città organizza da diversi anni «I fili della storia», attività educative rivolte principalmente ai bambini e ai ragazzi delle scuole.

Le serate belle, raccontava Ferruccio Filipazzi ieri pomeriggio nel Museo storico, erano quelle in cui arrivavano i nonni, e la televisione stava muta; «il nonno tirava fuori la scatola di metallo dove teneva le foto, le cartoline, le lettere. Dopo mangiato il nonno apriva la scatola, prendeva una foto, a caso, cominciava a raccontare. Il passato cominciava a rivivere dentro la testa del bambino che ascoltava...».

Raccontare la storia, fare rivivere la storia per diventare consapevoli di chi siamo. Fin da bambini. Per questo il Museo storico della città organizza da diversi anni «I fili della storia», attività educative rivolte principalmente ai bambini e ai ragazzi delle scuole.

Attività che sono state presentate ieri con il contributo dell'attore Ferruccio Filipazzi e della cantante Sandra Boninelli. Ieri, in un'aula didattica dell'ex convento di San Francesco in Città Alta: Filipazzi, la storia del bambino Ferruccio che ascolta il nonno che parte dalle fotografie delle guerra e comincia a raccontare. Sandra Boninelli che ha commosso la piccola platea con le canzoni popolari della Prima guerra mondiale. La presentazione dei Fili della Storia era cominciata con l'introduzione di Claudio Visentin, direttore della Fondazione Bergamo nella storia e con l'intervento di Emilio Moreschi, amministratore delegato della Fondazione.

Moreschi ha ringraziato i presenti per la partecipazione, ha fatto notare quanto sia ricco il programma educativo offerto alle scuole. Ha detto: «Io credo che i ragazzi siano capaci di entusiasmarsi, tocca a noi offrire proposte coinvolgenti che diventino per loro degli interessi che diventeranno magari delle passioni che li accompagneranno per tutta la vita». A proposito di ragazzi, è intervenuto anche il regista Beppe Manzi con uno «spot» del suo documentario sul liceo Sarpi, «Gli anni e i giorni». Silvana Agazzi, responsabile dei Servizi educativi del Museo storico, ha spiegato che lo scorso anno sono passati dal museo per le diverse attività ben undicimila studenti. Da quest'anno il museo può disporre di due aule didattiche in più grazie al contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca rappresentata ieri dalla sua segretaria generale, Maria Bellati.

È intervenuto anche il presidente degli Amici del museo storico, Carlo Salvioni, che ha ricordato anche la figura di Mauro Gelfi, primo direttore del museo. Lia Corna, assistente alle collezioni, ha parlato dell'importanza dei documenti concreti per avvicinare gli studenti alla storia, lettere fotografie, ma - nel caso della guerra - anche armi, maschere a gas, gavette... Tante le possibilità di approfondimento offerte dai corsi e laboratori: i percorsi all'interno delle collezioni del museo (compreso il museo Donizettiano), quelli nei diversi luoghi storici della città, i percorsi nei diversi periodi storici... Per esempio «Il Risorgimento a Bergamo» prevede cinque interventi di due ore ciascuno, un viaggio attraverso documenti e oggetti appartenuti a Gabriele Camozzi, Francesco Nullo, Federico Alborghetti, Francesco Cucchi... Possibile approfondire anche il tema della costruzione della nazione italiana dall'Unità alla Costituzione attraverso cinque interventi.

Anche la Grande Guerra è fra i temi affrontati, con due incontri, uno in classe e l'altro sul territorio, alla Torre dei Caduti. A parlare con gli studenti gli esperti, ma anche i documenti originali, le cartoline, le fotografie, i manifesti, le pagine scritte, le lettere che quei giovani dalle trincee mandarono alle loro famiglie.
Paolo Aresi

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