Accademia Carrara, il Pisanello restaurato

Dopo quattro anni di assenza dall’Accademia Carrara, il ritratto di Lionello d’Este del Pisanello, uno dei pezzi più prestigiosi del museo cittadino, torna alla Pinacoteca dopo il delicato intervento di restauro realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure. Per l’occasione, l’Accademia Carrara – con la partecipazione dell’Associazione Amici – ha predisposto un allestimento ad opera di Enrico Baleri e Luigi Baroli. La presentazione del dipinto è fissata per mercoledì 9 aprile alle ore 18 all’Accademia Carrara, Salone d’onore. Inoltre domenica 20 e 27 aprile e domenica 18 e 25 maggio alle ore 15,30 ci saranno delle visite guidate gratuite a cura dell’Associazione Guide Giacomo Carrara.
Il ritratto di Lionello d’Este
Il ritratto di Lionello d’Este fu dipinto da Pisanello probabilmente nel 1441 ed è una delle immagini più famose di tutta l’arte rinascimentale italiana, per la straordinaria resa naturale del personaggio e per la raffinatissima stesura pittorica. Rimasto nelle raccolte estensi, arrivò poi alla collezione Constabili di Ferrara nella prima metà dell’Ottocento, e venne infine comperato da Giovanni Morelli, il quale lo lasciò per legato testamentario all’Accademia Carrara nel 1891. Un intervento di restauro su questa preziosa piccola tavola era necessario da tempo e fu richiesto all’Opificio delle Pietre dure di Firenze, dove il dipinto fu inviato nel 2004. La delicatissima pulitura della superficie ha portato a numerose novità, sia per la forma che per la cromia del dipinto.
Si è scoperto, ad esempio, che la pittura originale finisce in alto giusto sul colmo del capo di Lionello e, dunque, l’immagine era originariamente più bassa di circa un centimetro, somigliando di più, nello spazio circoscritto, ad tipo di raffigurazione emblematica che caratterizza le molte medaglie dallo stesso Pisanello con ritratti del duca. Inoltre è stata recuperata un brillantezza dei colori prima illeggibile, evidente nei delicati tocchi di luce sulle perle dell’abito o nelle dorature e negli spessori materici del broccato elegantissimo che disegna un grande fiore stilizzato sulla spalla del personaggio.

Ma, soprattutto, è riapparsa una dimensione naturalistica prima difficile da intuire e oggi ben visibile invece, ad esempio, nella resa lieve e quasi trasparente della carnagione di Lionello, come nel blu intenso del fondo, prima coperto da un sorda stesura di nero, e che ora suggerisce invece lo spazio atmosferico in cui si ambienta il roseto.(08/04/2008)

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