Bergamo, le opere d’arte in ospedale
vivono grazie ad attori e scrittori - Video

Nella Bergamo post Covid, dipinti in maxi formato in ospedale «prendono voce». Dalle pareti dei reparti di Humanitas Gavazzeni e Castelli, le immagini di alcuni capolavori di Accademia Carrara raccontano storie. È il progetto Opere in Parole che raccoglie racconti inediti e podcast di tanti autori della cultura italiana per confortare chi entra in ospedale e aprire le porte all’emozione. Ora la penna passa ai pazienti.

Lella Costa, Michela Murgia, Paolo Fresu e Alessio Boni sono tra gli autori che hanno dato voce ai 51 nuovi dipinti che, riprodotti in maxi formato, rivestono le pareti di Terapia Intensiva, Pronto Soccorso e di tutti i reparti degli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli di Bergamo. Proprio queste immagini sono state testimoni della grande emergenza legata a Covid-19, accompagnando medici e infermieri durante i lunghi mesi di lotta a Bergamo. Un connubio tra arte e salute unico al mondo Con Opere in Parole si apre una nuova pagina della collaborazione tra Humanitas e Accademia Carrara, che nel 2018 aveva già dato luogo a La cura e la bellezza, il progetto unico al mondo che ha portato 400 metri quadrati di immagini d’arte – dal Rinascimento all’Ottocento - nelle sale d’attesa e nei corridoi dei due ospedali. La novità è che ora queste rappresentazioni non solo rivestono le pareti arrivando al letto del paziente, ma parlano attraverso racconti e podcast scritti e narrati da celebri autori: Dora Albanese, Marco Baliani, Oliviero Bergamini, Marco Bianchi, Alessio Boni, Bruno Bozzetto, Lella Costa, Paolo Fresu, Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Michela Murgia e Andrea Renzi. Ognuno di loro ha scelto, tra i capolavori di Accademia Carrara, i protagonisti o l’ambientazione per un racconto inedito, interpretando con il proprio stile narrativo il mistero della bellezza e il valore della cura. Così sono nati storie, spartiti musicali, fumetti, reportage giornalistici e ricette, ispirati ai dipinti del museo bergamasco.

Obiettivo di Opere in Parole è confortare i pazienti e i professionisti dell’ospedale, ma anche ispirarli a scrivere per raccontare le proprie emozioni. Dopo gli autori, anche i medici, gli infermieri e il personale di staff si sono messi in gioco attraverso un concorso letterario interno a tema libero, da cui una giuria ha selezionato il 12° autore di Opere in Parole: Giovanna Mennillo, dello staff di Humanitas Gavazzeni, che si è aggiudicata il podio con un racconto che testimonia la resilienza e la voglia di tornare a sorridere. Il suo racconto è stato trasformato in podcast da Alessio Boni.

Cosa succederà nei reparti
I racconti, uno per ogni reparto, sono a disposizione dei pazienti e dei professionisti attraverso i QR code posti sulle pareti rivestite d’arte e sui libretti consegnati a ogni paziente. Collegandosi al sito www.lacarrarainhumanitas.it/opere-in-parole o a Spotify (Opere in Parole), chiunque potrà ascoltare la preghiera irregolare ispirata al San Sebastiano di Raffaello, o il racconto sulla giovane ragazza dai capelli rossi, un ritratto del Pitocchetto, letto dalla voce inimitabile di Lella Costa. A ogni paziente, inoltre, verrà consegnato il libretto con il racconto dedicato al suo reparto e un libretto bianco in cui scrivere le proprie emozioni per raccontare il vissuto in ospedale, magari ispirandosi proprio agli oltre 1200 metri quadrati di arte che ora lo rivestono.

«La nostra missione è migliorare la vita dei pazienti, non solo curare le loro malattie. Ci siamo chiesti come farlo e l’arte di Accademia Carrara è stata la risposta. Opere in Parole dà spazio alle emozioni e alle storie di chi entra in ospedale, come paziente o come professionista. Le storie sono testimonianza della nostra umanità, al di là di mascherine, camici e ruoli che il luogo di cura impone. Le pareti dei nostri ospedali, rivestendosi di arte, sono ‘crollate’ lasciando entrare l’emozione e aprendo ai pazienti spiragli di luce inaspettati», spiega Giuseppe Fraizzoli, Amministratore Delegato di Humanitas Gavazzeni e Castelli.

«Continua – spiega il sindaco di Bergamo Giorgio Gori - il grande progetto di riprodurre le opere d’arte all’interno dell’ospedale Humanitas di Bergamo, la bellezza che viene messa in relazione alla cura delle persone. Un’iniziativa bellissima, di altissimo livello – anche emotivo: l’arte e la bellezza aiutano a riflettere su ciò che c’è di bello nella vita anche all’interno di un ambiente come l’ospedale, spesso associato ad ansia o sofferenza, soprattutto in questo periodo così difficile, con la pandemia a minacciare e modificare ancora la nostra vita di tutti i giorni. Opere in parole ci aiuta a riemergere dal periodo più buio della città di Bergamo, a ricostruire fiducia ed emozioni positive in un luogo che ha conosciuto la più profonda sofferenza: cerchiamo un senso nuovo per quello che è successo negli ultimi mesi, pensiamo che l’arte e la cultura rappresentino il modo migliore di rinascere per la nostra città».

«L’arte emoziona e noi dovremmo saperlo bene, quasi esserci abituati. Non è così. Opere in parole alza il livello delle vibrazioni. Entra nelle degenze toccando a tratti il dolore, a tratti la speranza. Offre il conforto della bellezza di un’immagine e di un racconto che lo interpreta. Genera un nuovo stato emotivo. Va nel profondo del rapporto tra malattia e cura e ne completa il senso. Così, la collaborazione tra Humanitas Gavazzeni e Accademia Carrara trova l’espressione più concreta, a tratti sconvolgente, in questo raffinato e innovativo progetto», prosegue Gianpietro Bonaldi, responsabile operativo di Accademia Carrara.

Opere in Parole è anche una risposta alle sfide dell’ospedale del futuro, dove il paziente sarà sempre più parte attiva del processo di cura, aggiungendo la sua esperienza, umanità e consapevolezza alla comunicazione tecnica con il medico.

«Il progetto – racconta Massimo Castoldi, Direttore Sanitario di Humanitas Gavazzeni e Castelli – apre nuovi canali di comunicazione per medici, infermieri e pazienti. Il racconto sarà sempre più parte integrante dell’esperienza di cura, così come prevede la Medicina Narrativa, riconosciuta anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In prospettiva, vorremmo arrivare a misurare il benessere psico-fisico delle persone e l’effetto dell’arte sui percorsi di guarigione».

Hashtag per condividere l’esperienza e nuove storie: #opereinparole #lacarrarainhumanitas

La Carrara in Humanitas
Nel 2018 è iniziata la collaborazione tra gli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli e Accademia Carrara di Bergamo, il museo che custodisce una delle più importanti collezioni d’arte d’Italia, con l’obiettivo di cambiare il modo di vivere l’ospedale invitando il pubblico a un incontro inaspettato con bellezza. Da questa collaborazione unica al mondo, sono nati i progetti La Cura e la bellezza e Opere in Parole. Ad oggi, oltre 1000 metri quadrati di arte riempiono in maxi-formato le due strutture ospedaliere. Il sito www.lacarrarainhumanitas.it è il serbatoio di informazioni, video e storie scaturite dalla partnership.

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