Cavalieri, oggi come mille anni fa
«Un impegno e un onore»

Sedici nuovi soci, quattro benemerenze, tre eletti per distinzione e merito, dodici premi alla fedeltà e tre insigniti: sono questi i numeri del 25° convegno annuale dell’Unione nazionale cavalieri d’Italia che si è tenuto nella consueta location del Gran Hotel Excelsior di piazza della Repubblica.

Nel corso dell’incontro, che si è svolto dopo la Messa concelebrata nella chiesa di San Bartolomeo dall’arcivescovo emerito di Siena Gran Collare Mons. Gaetano Bonicelli e dall’assistente ecclesiastico della sezione provinciale Unci don Lino Lazzari, è stato consegnato anche un premio alla solidarietà all’associazione Arlino. «Abbiamo scelto Arlino perché è un’associazione che si distingue per l’aiuto profondo a bambini in difficoltà – ha spiegato il presidente nazionale dell’Unci Marcello Annoni – e lo abbiamo fatto quest’anno che compiono dieci anni di attività».

Dopo gli intermezzi cantati del Coro Val San Martino si è parlato proprio dell’importanza dell’aiuto verso il prossimo ed è stato ripreso il concetto di conversione già espresso durante la Messa da don Lino Lazzari e monsignor Gaetano Bonicelli, nell’accezione di volgere lo sguardo verso il Signore con consapevolezza e voglia di affidarsi a lui senza timore». Quindi la consegna delle benemerenze a Demetrio Amaddeo, Katy Pesenti, Vittorio Ronchis e Pierlorenzo Stella. A seguire protagonisti Severino Lodetti, Giuseppe Moretti e Angelo Pietro Piazzoli per la distinzione onore e merito Unci. Dunque gli insigniti: Valerio Bettoni, Mario Colasante e Angelo Falconi. L’incontro è stato poi chiuso da Federico Villa che ha tenuto una conferenza sul tema: «Ordine al merito: mille anni di storia, senso e doveri di un’onorificenza»: «Il valore di un’onorificienza come quella di cavaliere ha radici che affondano fino all’epoca di Carlo Magno – ha spiegato – e sono arrivate a noi sostanzialmente con la stesso principio: rendere onore a un personaggio che si è distinto per un’azione particolare al quale si chiede di essere da esempio nella quotidianità, pena il decadimento del titolo».

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