Da Fabro a Cattaneo e Maljkovic
Gamec, tre mostre per l'autunno

Sono tre le mostre dell'autunno di Gamec. Dal 4 ottobre al 6 gennaio in scena va «Luciano Fabro. Disegno In-Opera». Secondo protagonista, dal 5 ottobre al 10 novembre, è Piero Cattaneo mentre dal 4 ottobre al 6 gennaio ci sarà la personale di David Maljkovic.

Sono tre le mostre in programma alla Gamec per questo autunno. Dal 4 ottobre al 6 gennaio in scena va «Luciano Fabro. Disegno In-Opera», esposizione che intende restituire la varietà della produzione di disegni dell'autore (orari di apertura: martedì–domenica: 10-19; giovedì: 10-22). Realizzata in collaborazione con il Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, che la ospiterà dal 15 febbraio al 13 aprile 2014, la mostra accoglie per la prima volta in Italia un ricco nucleo di disegni dell'artista, tra i massimi esponenti del movimento Arte Povera: lavori che godono di un'autonomia e di un grado di libertà particolari anche rispetto la stessa disciplina e che si confermano parte integrante e irrinunciabile del corpus dell'opera di Fabro.

La mostra rappresenta infatti un'occasione inedita per scoprire un aspetto poco noto del lavoro di un artista fondamentale per la storia dell'arte e della cultura a cavallo tra fine Novecento e inizio millennio.

Sono opere che parlano di rapporti umani, di amicizia, di etica, di noi e dell'altro, perché - come afferma Giacinto Di Pietrantonio nel catalogo della mostra - «in Fabro anche il privato appartiene alla sfera pubblica».

Secondo protagonista della Gamec, con una mostra in programma dal 5 ottobre al 10 novembre, è Piero Cattaneo con la sua «costruzione della forma. Itinerari di ricerca tra disegno, pittura e scultura», un evento espositivo promosso dall'Associazione dedicata allo scultore che coinvolge tutta la città di Bergamo nel decennale della sua scomparsa.

La mostra ripercorre le tappe principali del lavoro dell'artista per far emergere i tratti che lo hanno reso, insieme alla sue opere, uno dei più significativi esponenti della storia artistica di Bergamo e protagonista della scultura lombarda e nazionale della seconda metà del XX secolo. Le opere di Cattaneo testimoniano una ricerca formale tra le più peculiari della seconda metà del Novecento: partito da tratti naturalistici, il suo linguaggio è divenuto sempre più simbolico sino ad approdare, alla fine degli anni Sessanta, alle originali soluzioni plastiche che meglio contraddistinguono la sua fisionomia.

Le opere dello scultore invaderanno la città con una mostra «aperta» in un percorso a tappe fra interni ed esterni che coinvolge più sedi espositive: la Gamec (martedì – venerdì: 15-19; sabato e domenica: 10-13/15-19, Ingresso libero), il Palazzo della Ragione, il Palazzo della Provincia, la Fondazione Adriano Bernareggi e la Scuola dell'Accademia Carrara di Belle Arti. Città Alta e Città Bassa faranno da quinta scenografica alle opere di Piero Cattaneo in un interessante percorso a tappe tra interni ed esterni, per accogliere i diversi momenti creativi della sua ricerca artistica: dalla produzione plastica a quella pittorica, dalla grafica alla medaglistica.

In mostra documenti privati e inediti illustrano sia la produzione d'esordio di Cattaneo ancora in bilico tra pittura, grafica e scultura, sia le grandi opere bronzee realizzate con la tecnica della fusione a cera persa, così come gli interventi urbani e di carattere ambientale di grande impatto. La sezione ospitata alla GAMeC presenterà per la prima volta al pubblico - all'interno dello Spazio ParolaImmagine - un percorso pittorico che, dai primi anni Cinquanta, si inoltra sino alle composizioni in pastiglia e acrilico degli anni Settanta. Un excursus da un linguaggio ancora figurativo e postcubista alle tavole materiche che già si nutrono di quella ricerca formale propria dell'artista: impronte di oggetti «casuali» formano nel gesso un tessuto linguistico formale in aperto dialogo con l'opera bronzea.

Inoltre, in occasione della mostra e nell'ambito della XI edizione di BergamoScienza, l'Associazione Piero Cattaneo e i Servizi Educativi della GAMeC propongono agli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado «Impronte di gusto», laboratori didattici ideati e condotti da Daniela Di Gennaro, Educatrice museale della Gamec. Prendendo spunto dal complesso processo tecnico-artistico dello scultore - ricerca che si è servita dell'impressione di oggetti nella duttile creta per giungere a realizzare la costruzione di tessuti plastici unici e carichi di rimandi formali - i partecipanti saranno coinvolti in divertenti esperimenti creativi, impareranno la tecnica del calco e manipoleranno la materia per godere sino in fondo delle sue infinite proprietà. I ragazzi sfrutteranno tutti i loro sensi: olfatto, tatto, udito, vista e - dulcis in fundo - gusto: una parte del manufatto, il calco in positivo effettuato dall'artista in cera prima del processo della fusione a cera persa, verrà infatti realizzato in cioccolato. Sarà un'esperienza memorabile da leccarsi i baffi (i laboratori si terranno dal 5 ottobre al 10 novembre, ogni martedì e giovedì dalle 9 alle 11 presso lo Spazio ParolaImmagine della Gamec. I laboratori sono accessibili e fruibili anche da alunni diversamente abili).

Terza mostra - dal 4 ottobre al 6 gennaio - di questo ricco autunno della Gamec la prima personale dedicata al lavoro dell'artista croato David Maljkovic in un'istituzione pubblica italiana. L'esposizione (orari: martedì–domenica: ore 10-19 e giovedì: ore 10-22) è la terza e ultima tappa di un progetto che ha visto la collaborazione tra la Gamec e altre due importanti istituzioni internazionali: il Van Abbemuseum di Eindhoven (Paesi Bassi) - dove Sources in the Air è stata presentata nell'autunno 2012 - e il Baltic Centre for Contemporary Art di Gateshead (Gran Bretagna) - che l'ha ospitata nella primavera 2013.

Sources in the Air raccoglie un'ampia selezione di opere realizzate nel corso dell'ultimo decennio e, di volta in volta, interagisce con le condizioni specifiche dello spazio espositivo, mutando radicalmente assetto e selezione delle opere, in un dialogo sempre diverso tra opere esistenti, nuove produzioni site-specific e architettura di ciascun museo. David Maljkovic si è affermato negli ultimi anni come uno degli artisti di maggior rilievo del panorama internazionale grazie a un corpus di opere con cui egli indaga l'eredità culturale, sociale e politica del suo Paese attraverso il confronto continuo tra passato, presente e futuro, interpretati come dimensioni ipotetiche e interconnesse della realtà. Una materia che Maljkovic riordina liberamente per mettere in luce la tensione tra le utopie avanguardistiche della Jugoslavia di Tito e le potenzialità di rinnovamento disattese dalla recente storia nazionale, sospesa tra un'identità collettiva «di Stato» e un futuro dalla memoria culturale incerta. Per quanto tali radici culturali costituiscano il cuore della ricerca di Maljkovic, la pratica dell'artista si distingue per la libertà del linguaggio con cui egli conduce una riflessione dal carattere universale sui meccanismi della memoria collettiva, e per l'attenzione scrupolosa alle strategie e ai meccanismi espositivi.

In occasione della mostra alla Gamec, David Maljkovic ha concepito un'installazione per la presentazione di queste opere che, dominando le stanze dello Spazio Zero, ne modifica la percezione: un palcoscenico e una serie di strutture costituiranno la scenografia attraverso la quale i visitatori possono interpretare il percorso retrospettivo della mostra, intesa come una vera e propria messa in scena.

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