De Gregori canta Dylan al Creberg
«Il punto di riferimento più importante»

In attesa che arrivi nei negozi «Fallen Angels», il nuovo album di Bob Dylan (in uscita il 20 maggio con altre cover d’annata), Francesco De Gregori è in tour con le canzoni di «Amore e furto», il disco di «traduzioni dylaniane» che ha dedicato al grande cantautore americano. Lunedì sera 11 aprile è in concerto al Creberg Teatro di Bergamo a biglietti esauriti da un pezzo.

«De Gregori canta Bob Dylan - amore e furto» non è soltanto l’aperta confessione di una passione cocente del Principe, è soprattutto un’opera importante di traduzione dei testi di un pugno di canzoni del buon Dylan, rilette nella nostra lingua con grande rispetto, in fedeltà dei contenuti. Registrato quasi in segreto, tra le pause della precedente tournée, l’album in questione è l’inevitabile passaggio di De Gregori dalle parti del canzoniere del signor Zimmerman, con il necessario assenso del suo editore.

De Gregori a forza di sentirsi dire che il suo stile era tangenziale a quello di Dylan, ha deciso di rileggere un pezzetto del suo canzoniere. Così, dopo il clamoroso successo del doppio antologico «VivaVoce», si è messo a tradurre qualche canzone, interpretando al meglio i testi. Ha spigolato la discografia dylaniana lungo il fronte dei cambiamenti, a partire dagli anni ’60, da «Highway 61 Revisited» a «Love And Theft» del 2001. Tra gli estremi ha inserito canzoni tratte da «Blood On The Tracks», «Infidels», «Time Out Of Mind», riferendo anche alla cosiddetta «svolta cristiana» del folk songwriter di Duluth.

Al momento dell’uscita dell’album De Gregori ha confessato di essere legato a tutto quanto il corpus discografico di Dylan, in particolare a quello elettrico: «Lo ascolto da quando avevo quindici anni» ci ha spiegato. «Non intendevo fare un disco dove si riconoscesse un Dylan specifico, sociale o sentimentale, volevo solo tradurlo fedelmente».

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