«Dentro ai libri c’è tutta la vita»
Piccoli lettori insonni al museo Caffi

«Dentro ai libri c’è tutto, anche quello che non c’è» dice Sergio Guastini, cantastorie e libraio di Sarzana che ha accompagnato una ventina di bambini bergamaschi nella «Notte bianca per lettori insonni» organizzata al Museo di Scienze Naturali Caffi di Città Alta, nell’ambito della prima edizione di «Libri per sognare in Città Alta», un’iniziativa dedicata alla letteratura per ragazzi dei librai e cartolibrai Ascom e Confcommercio, con il patrocinio del Comune.

È una specie di tormentone quello di Guastini, contiene l’essenza della magia delle parole, e contagia chiunque lo incontri. Nella sua voce il cantastorie nasconde un incantesimo che in questa lunga notte ha illuminato gli occhi e il cuore dei suoi piccoli spettatori. Con il suo cappello, i suoi baffi folti, le sue giacche colorate, il fischietto arancione appeso al collo, Sergio Guastini sembra davvero un mago, ma invece dei giochi di prestigio nelle sue grosse valigie di metallo, accatastate in ordine su un carrellino (arancione), ci sono tanti libri. Sono centoventi per ognuna delle sue - ormai celebri - animazioni.

«Faccio il libraio da quarant’anni - racconta -. Ho costruito a Sarzana la terza libreria per ragazzi in Italia». A questo mestiere, però, ha affiancato da sempre il teatro:«Ho costruito per anni dei burattini, e proprio andando a caccia di testi per i miei spettacoli ho incominciato a leggere. Poi la mia libreria, in una piccola città, aveva bisogno di uscire dai suoi confini per poter vivere. Ho imparato a spostarmi nelle fiere, lavorando per Salani ho scoperto i libri di Roald Dahl che ora è il mio autore preferito».

L’idea di raccontare i libri di sera e in posti insoliti è nata quasi per caso: «Una volta sono arrivate in libreria una mamma e una figlia. Era tardi, erano quasi le otto di sera, e volevano a tutti i costi acquistare un libro, ma non sapevano quale. Per interessare la bambina, dato che avevo tempo, ho incominciato a raccontarle la storia di Lavinia, un romanzo di Bianca Pitzorno. La bimba si è seduta per terra, si è appassionata, la mamma non voleva che smettessi. A un certo punto mi ha invitato a casa sua, e in cambio di un risotto con i porcini freschi mi ha chiesto di continuare la storia per sua figlia. La cena mi è piaciuta, e l’idea altrettanto. Il giorno dopo una giornalista della Nazione ha scritto che era possibile affittare un libraio la sera, dalle 20,30 alle 21,30. Così ho incominciato a farlo davvero, e continuo anche oggi: mi invitano, vado a casa delle persone, sto lì per un’ora, racconto quindici libri, offro consigli e sconsigli, parlo delle ultime uscite più interessanti, prendo un caffé».

Poco dopo quella famosa cena, Guastini era poi partito per un viaggio a Cuba, dove già da tempo andava regolarmente per raccontare libri ai bambini. «Anche questa notizia si è venuta a sapere, l’hanno ripresa i giornali. Così sono seguite altre interviste, anche in tv, e come spesso accade grazie al tam tam mediatico sono arrivati altri inviti, e la mia attività di cantastorie si è intensificata, anche se non per questo ho trascurato la mia libreria, anzi».

Sergio Guastini è molto attento ai gusti dei bambini che si trova di fronte: «Seguo una quarantina di canovacci, ma ora sono più aperto, più disposto ai cambiamenti, anche improvvisi. Certo che è più facile seguire il mio programma, è più comodo, ma intraprendere la strada che tracciano i miei spettatori mi dà molta più soddisfazione. Le risorse che ottengo facendo il libraio, poi, le spendo per fare dei viaggi all’estero, sempre per raccontare le storie ai ragazzi, portando sempre con me tre libri: un pop up grande, Pinocchio pop up, un libro di curiosità». Le lingue cambiano, ma l’incantesimo delle storie, composto da un tessuto delicato di emozioni, resta. Guastini è stato nello Yemen, in Etiopia, Perù, Messico, Cile, in Marocco, Tunisia, Francia, Germania. «Spesso, poi, da un incontro ne nasce un altro».

Non c’è un posto dove Guastini non abbia portato i suoi libri: «Leggere in luoghi insoliti aumenta la capacità di comunicazione. Una volta mi è capitato di raccontare una storia anche su un aereo, nella cabina del pilota, mentre eravamo in viaggio da Caracas a Madrid. I viaggi sono un momento molto favorevole: anche in treno, anche senza programmarlo, mi basta incontrare qualcuno che sembri interessato ad ascoltare. Ultimamente intervengo anche ai matrimoni, con esiti sorprendenti».

Ai bambini Guastini ha raccontato che i libri possono, perfino,«salvare dalle multe»: «Sono passato con l’arancione, il vigile insisteva nel dire che fosse rosso. Mi sono sentito montare dentro una rabbia, una rabbia, e sentivo che non andava bene. Allora gli ho detto: le posso leggere una poesia? E lui, spiazzato mi ha risposto di sì. Per fortuna avevo in macchina, accanto a me, le Rime di rabbia di Bruno Tognolini. Gli ho letto un’invettiva, ma era scritta da un poeta, quindi potevo farlo. Gli è piaciuta così tanto che alla fine mi ha detto che potevo andare».

Leggere dev’essere un dono d’amore, mai un obbligo, sottolinea Guastini: «Raccontando una storia a un bambino trasmettiamo curiosità e passione, e gli mostriamo che non si legge con uno scopo, per imparare a scrivere bene, per diventare più furbi. Dev’essere solo per il piacere di farlo».

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