Donizetti, ecco «Altri Percorsi»
La stagione apre con la Grande guerra

La nuova stagione di altri percorsi 2015-2016 del Teatro Donizetti di Bergamo: sette titoli fra cui un debutto nazionale. Inaugurazione il 23 ottobre con un ricordo della Grande guerra di Mario Perrotta. Al Sociale 6 dei 7 appuntamenti in programma. Già attivo il rinnovo degli abbonamenti.

Sarà uno spettacolo in omaggio alla Grande Guerra, di e con Mario Perrotta, ad aprire la stagione di prosa di Altri Percorsi del Teatro Donizetti di Bergamo, costituita da sette titoli che insieme propongono una visone originale del teatro contemporaneo, con attori e autori giovani come Marta Cuscunà o stelle come Maria Paiato e Arianna Scommegna, o ancora il ritorno del Teatro del Carretto di Lucca in omaggio a Benvenuto Cuminetti e una rassegna in tre titoli con César Brie.

«È un “ritorno al futuro” la nuova stagione di Altri Percorsi preparata da Maria Grazia Panigada – dichiara Nadia Ghisalberti Assessore alla Cultura, Turismo ed Expo del Comune di Bergamo – Uno sguardo attento alle origini della rassegna, arrivata alla 35ma edizione, per ritrovare quella spinta coraggiosa nel percorrere le strade nuove del teatro ed essere al centro di una rete di proposte che guardano alla ricerca e alla sfida dei linguaggi. Ci piace poter ospitare un debutto nazionale “Due donne che ballano” di Veronica Cruciani, che vede in scena per la prima volta insieme due straordinarie attrici quali Maria Paiato e Arianna Scommegna. Per il teatro, ospitare le prove di un debutto significa poter convivere con il work in progress di un lavoro; per la città significa invece condividere un momento di produzione culturale che può uscire dai confini di Bergamo. La programmazione nasce anche per dare al Teatro Sociale una nuova centralità e, soprattutto, una linea artistica e una vocazione che ancora non aveva trovato da quando è stato, con lungimiranza, restituito alla sua funzione teatrale. Siamo onorati di ospitare, per la prima volta in Altri Percorsi, César Brie, a cui dedichiamo una personale con tre spettacoli; ci piace poi aprire la stagione ricordando la Grande Guerra, con uno spettacolo che ha appena debuttato riscuotendo notevole successo di critica e di pubblico».

«Negli ultimi anni si è andata spegnendo la volontà iniziale di Benvenuto Cuminetti – afferma il direttore artistico Maria Grazia Panigada –, di realizzare con Altri Percorsi una stagione, in parallelo a quella della prosa “maggiore”, che fosse di ricerca, che fosse un luogo di elaborazione di pensiero e di condivisione per spettatori di generazioni diverse, per giovani pronti a vivere le messinscene non come obbligo scolastico, ma come possibilità di vivere un’esperienza in cui la città riflettere se stessa tramite il teatro. Nel presentare il trentacinquesimo anno di vita di Altri Percorsi c’è tutta l’emozione di una responsabilità e di uno stupore. Il teatro è emozione, l’atto teatrale diviene icona di corpi e voci che rimandano ad altro, ad un mondo interiore che anche nelle mille repliche o ripetizioni non è mai uguale a se stesso perché ogni volta incontro unico ed irripetibile: di attori, di pubblico... Lo stupore del teatro sta nell’incontro diretto, immediato, che non si può rimandare, ma che sempre rievoca un altrove, assenza e presenza al tempo stesso».

«La Stagione 2015-2016 vedrà il ritorno di Altri Percorsi a quella che è stata la sua vocazione originaria – sottolinea il direttore del Teatro Massimo Boffelli – ossia quella di offrire al pubblico bergamasco una panoramica di quello che è il teatro di ricerca e la drammaturgia contemporanea oggi. Lo farà nella cornice del Teatro Sociale, all’interno della quale saranno ospitati 6 dei 7 titoli in programma, compreso un importante debutto nazionale di una nuova produzione, a dimostrazione della volontà di valorizzare un luogo che ha bisogno e merita di essere vissuto appieno».

La Stagione è composta da 7 titoli, che andranno in scena al Teatro Sociale da ottobre 2015 ad aprile 2016 (un titolo all’Auditorium di piazza della Libertà), offrendo uno spaccato sulla produzione di ricerca e vantando un debutto nazionale Due donne che ballano di Veronica Cruciani con insieme per la prima volta due straordinarie attrici quali Maria Paiato e Arianna Scommegna e poi una serie di compagnie, interpreti e autori di assoluto rilievo come Mario Perrotta, il Teatro del Carretto, Marta Cuscunà e un omaggio a César Brie.

La Stagione si apre con un ricordo della Grande guerra, della durezza inumana della trincea, dove per la prima volta i dialetti d’Italia si incontrarono forzatamente per un solo stato: Milite ignoto quindicidiciotto (23 ottobre 2015) uno spettacolo di e con Mario Perrotta tratto da Avanti Sempre di Nicola Maranesi e da La Grande Guerra, i diari raccontano un progetto a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi per Gruppo editoriale L’Espresso e Archivio Diaristico Nazionale (produzione Archivio Diaristico Nazionale, Permàr, DueL e La Piccionaia). Sul palco, solo, intensissimo, Perrotta diventa la solitudine e l’anonimato di quel dolorosissimo tempo di guerra: il milite ignoto. «È nelle trincee di sangue e fango che gli italiani si sono conosciuti e ritrovati vicini per la prima volta – sottolinea l’autore è protagonista -: veneti e sardi, piemontesi e siciliani, pugliesi e lombardi accomunati dalla paura e dallo spaesamento per quell’evento più grande di loro. Spaesamento acuito dalla babele di dialetti che risuonavano in quelle trincee. Per questo ho immaginato tutti i dialetti italiani uniti e mescolati in una lingua d’invenzione, una lingua che si facesse carne viva. Ho provato a cucire insieme nella stessa frase quanti più dialetti potevo, cercando le parole che consentissero passaggi morbidi o fratture violente. Ne è venuta fuori una lingua nuova che ha regalato allo spettacolo un suono sconosciuto ma poggiato sulle viscere profonde del nostro paese».

Sarà Mario Perrotta con il suo "Milite Ignoto - quindicidciotto" a inaugurare il 23 ottobre la stagione di Altri Percorsi al Teatro Sociale di Bergamo Comune di Bergamo

Posted by Teatro Donizetti Bergamo on Lunedì 22 giugno 2015

Secondo appuntamento un debutto nazionale: Due donne che ballano di Joseph Maria Benet i Jornet con la regia di Veronica Cruciani (produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano, 24 e 25 novembre 2015): per la prima volta insieme due grandi attrici quali Maria Paiato ed Arianna Scommegna, pluripremiate protagoniste del teatro italiano, impegnate nella messa in scena di un intenso testo di quello che è considerato uno dei massimo autori del teatro spagnolo contemporaneo e padre del teatro catalano, in cui si affronta l’incontro-scontro fra due donne, due generazioni, due storie, due diversità che si toccano e si intrecciano inesorabilmente. Una donna anziana e una giovane chiamata a farle da badante: entrambe schive, energiche, sarcastiche ed eroiche. Si odiano e si detestano perché sono simili, perché ognuna ha bisogno dell’altra, e, nella solitudine delle rispettive vite, sono l’una per l’altra l’unica presenza confortevole. Consumano le poche ore alla settimana che passano insieme becchettandosi, pungendosi e confessando di sé quello che solo a un estraneo si riesce a confessare. Ballano. Come balla una nave in balìa delle onde. Ballano la danza dell’esistenza dura e difficile di chi porta dentro una sofferenza ma fuori esibisce una faticosa immagine di forza e autosufficienza. Una minuscola storia come tante che accadono nei grandi condomini di qualsiasi città, un microcosmo, un ecosistema esistenziale, che attraverso la scrittura di Josep M. Benet I Jornet diventa un modo gentile, amaro e profondamente ironico di raccontare un’intera società, in cui le persone difficili e scomode sono estromesse e confinate ai margini, ad affrontare in solitudine la pista da ballo del proprio destino.

In mezzo a queste novità, un ritorno antico, Iliade da Omero con la regia di Maria Grazia Cipriani (22 gennaio 2016), le scene e i costumi di Graziano Gregori, una produzione Teatro del Carretto come omaggio a Benvenuto Cuminetti che la volle al Teatro Donizetti 25 anni fa e che torna a Bergamo con lo stesso incanto derivato dagli echi del mondo epico, ma con un finale nuovo che rimanda al dolore di questo nostro tempo. “Il Teatro Del Carretto - sottolinea Maria Grazia Cipriani - ricerca, entro le capacità espressive già elaborate, la possibilità di percepire l’eco lontana della grande giostra eroica, portatrice nel patrimonio mitico occidentale dell’aspro emergere di una umana tragicità. Lo spazio scenico è pensato per quanto possibile denudato di ogni appiglio all’arredo teatrale: l’incontro con l’ampio orizzonte omerico, spoglio di panorami o ambientazioni, assolutamente fertile all’irruzione di uomini e dei, sembra escludere qualsiasi aggancio illusionistico. Così, in un’aria di mare, cicale e bronzi, l’attore perpetuamente in bilico tra sovrumana forza e morta carne trascinata, caricandosi di corazze e scudi straripanti di vittime in bassorilievo, assume sembianze d’eroe in un Artificio Teatrale senza retroscena. E gli dei, concepiti come atroci bambini, esseri che conservano connotati somatici dell’infante, sono attori meccanici che avanzano in carri-nicchie o artigliano la schiena di un eroe filando la trama a metà tra l’innocenza bambinesca e la terribile, inaccessibile forma».

Quarto appuntamento (8 aprile all’Auditorium di piazza della Libertà), con La semplicità ingannata di Marta Cuscunà (co-produzione Centrale Fies e Operaestate Festival Veneto) attrice-autrice giovane e talentuosa che presenta una storia di resistenza al femminile, storia di donne, di monache, che rivendicano il diritto di avere un cervello, un corpo, un’identità propria nella libertà di pensiero e di critica con uno stile che ha un legame con quello del Teatro del Carretto nell’uso del teatro di figura come elemento che fa risuonare l’atto e la voce teatrale ed amplifica lo spazio dove realtà e poesia vibrano all’unisono. La semplicità ingannata è una «Satira per attrice e pupazze sul lusso d’esser donne», seconda tappa di un progetto sulle Resistenze femminili in Italia, Liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine. “Durante la lotta di Liberazione – scrive Marta Cuscunà – le giovani partigiane avevano avuto un’intuizione molto importante nel considerare la Donna come una risorsa fondamentale per la pace e la giustizia, quindi per la società. Questa intuizione, che pure anticipava di molti decenni la nascita di un vero e proprio movimento femminista, aveva, in realtà, radici profonde nella storia del nostro paese già dalla seconda metà dell’Ottocento in avanti. Ma poco si sa di alcuni importanti tentativi di emancipazione femminile avvenuti in Italia già nel Cinquecento, immediatamente soffocati e dimenticati. Con questo nuovo progetto teatrale vorrei dare voce alle testimonianze di alcune giovani donne che, in quel periodo, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile; e soprattutto libertà di inventare un modello femminile alternativo a quello che da sempre gli uomini appiccicavano addosso all’altra metà dell’umanità».

Gli ultimi tre spettacoli costituiscono una personale dedicata a César Brie, attore e regista argentino, splendido esempio di coerenza umana ed artistica: Ogni spettacolo di Brie è un profondo viaggio nei turbamenti e nelle profondità dell’animo umano.

La volontà. Frammenti per Simone Weil (19 febbraio 2016, produzione di Campo Teatrale e César Brie – spettacolo vincitore del bando “I teatri del sacro” 2014-2015) è il più recente lavoro di Brie, omaggio a Simone Weil, sua compagna di pensieri da diversi anni: «Il pensiero della Weil oggi ci interroga con una forza sconvolgente. Si occupò degli uomini, dei pensieri e delle azioni degli uomini. Fu operaia, sindacalista, insegnante, scrittrice, storica, poetessa, drammaturga, combattente, filosofa, contadina. Morì di stenti, in esilio. Si occupava degli uomini e dimenticava se stessa».

Attorno a questo spettacolo saranno poi organizzati una serie di incontri e conferenze in collaborazione con le Cattedre di Pedagogia Sociale e Pedagogia dei Diritti Umani dell’Università degli Studi di Bergamo e con la Fondazione Serughetti Centro studi e Documentazione La Porta.

Ero (23 marzo 2016, produzione Arti e Spettacolo e César Brie) è un sincero e profondo percorso nelle origini della propria esistenza, dove gli eventi autobiografici propri dell’autore e delle persone incontrate si fondono per restituirci pezzi di vita, di relazioni in cui possiamo riconoscerci e condividere insieme. «Dietro parole come amore, morte, assenza, dolore, gioia, – scrive Brie – si celano vicende personali, volti precisi, piccoli disagi, rimpianti sbiaditi, eventi apparentemente infimi che hanno segnato la nostra esistenza. Ognuno di noi è abitato da questi eventi, sono comuni a tutti, appartengono a tutti. Ognuno ha il proprio elenco di volti, gesti, drammi e carezze. Questo lavoro è un viaggio attraverso le vicende annidate dietro le grandi parole».

La personale chiude con una regia di Brie per il Teatro Presente: In scena La Mite (15 aprile 2016) ispirata al racconto omonimo di Fëdor Dostoevskij, scritto prima dei Fratelli Karamazov, ispirato a un fatto di cronaca che lo aveva molto colpito: il suicidio di una ragazza definito dai titoli dei giornali un «suicidio mite». L’originale ci presenta un uomo disperato che vuole capire perché sua moglie si è uccisa e fa una specie di lungo soliloquio nel quale ricerca le ragioni di questo atto disperato. Nel nostro spettacolo invece abbiamo fatto parlare invece entrambi. Un uomo freddo, severo, vivo e la sua donna, buona e mite, che ormai ha passato il confine della morte. Insieme sempre sul palco, i due attori, Clelia Cicero e Daniele Cavone Felicioni, stanno nell’attesa della separazione definitiva, cercando mò di intuire le ragioni della separazione, del dolore inflitto e dell’incomprensione

BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI

Informazioni sugli spettacoli: tel. 035.4160678 dal lunedì al venerdì ore 9-12 / 15-17.

L’orario di inizio degli spettacoli rimane invariato: da martedì a sabato ore 20.30; domenica ore 15.30.

Informazioni di biglietteria: tel. 035.4160601/602/603; da martedì a sabato, ore 13-20; domenica ore 14-15:30 (solo nelle domeniche di spettacolo).

Acquisti online su vivaticket.it

Gli abbonamenti alla Stagione si possono rinnovare (con il pagamento tramite modulo bancario) entro il 14 settembre 2015.

Il rinnovo presso la biglietteria del Teatro Donizetti (piazza Cavour 15 – Bergamo) sarà possibile dal 22 al 24 settembre 2015.

I nuovi abbonamenti saranno in vendita dal 25 settembre 2015.

I singoli biglietti dal 29 settembre 2015.

I carnet che propongono una scelta di spettacoli della Stagione di prosa e di Altri Percorsi, saranno in vendita dal 10 novembre 2015; hanno un costo da 50 a 125 euro.

Il costo degli abbonamenti alla Stagione di Prosa (esclusi i Carnet) va da un minimo di 62 euro a un massimo di 85 euro secondo varie formule e riduzioni fra cui: senior (+65 anni), giovani (fino a 27 anni), titolari di Family card, gruppi di almeno 10 persone.

I biglietti hanno un costo da 11 a 17 euro.

Per gli spettacoli al Teatro Sociale della rassegna Altri Percorsi, l’ATB, in collaborazione con il Teatro Donizetti, offre al pubblico un servizio di trasporto navetta gratuito, in partenza dal Teatro Donizetti con destinazione Città Alta (località Colle Aperto) e ritorno.

La Stagione di Prosa 2015 si realizza grazie al contributo del Comune di Bergamo, della Camera di Commercio di Bergamo e della Fondazione Credito Bergamasco.

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