Donizetti, ultima operetta
Domenica «Il paese del sorriso»

Domenica 8 marzo alle 15.30 si conclude la Stagione di Operetta 2014/2015 del Teatro Donizetti.In scena un altro titolo celeberrimo di Franz Lehár, «Il paese del sorriso».

Tutto il mondo conosce e canta «Tu che m’hai preso il cuor», la celebre romanza di questa famosissima operetta nel cui titolo, «Il paese del sorriso», si legge già il filo conduttore dell’intero lavoro, un mondo dove tutto è allegro e sorridente, dove ogni cosa è deliziosa, dove tutto è tenuto insieme dal piacere: il piacere della musica, della danza, dell’amore e dei sentimenti.

Così ai sentimenti veri dei due romantici protagonisti si alternano le allegre e sorridenti amenità degli altri buffi personaggi. Lehár nello spartito de «Il paese del sorriso» ha scritto alcune tra le pagine migliori che, come ne «La vedova allegra», hanno sempre un afflato molto suggestivo e accattivante, fino alla creazione di «Tu che m’hai preso il cuor», in cui si avverte la consapevolezza di portare il pubblico all’entusiasmo.

La trama
Vienna 1910. La giovane e bella Lisa è corteggiata un po’ da tutti i migliori partiti di Vienna, compreso il conte Gusti, suo grande amico e confidente. Lisa, però, è attratta da tutto ciò che è esotico e quindi rimane affascinata quando, alla sua festa di compleanno, conosce un giovane principe cinese, il principe Sou-Chong. Fra i due il sentimento vero non tarda ad arrivare, ma sarà un amore non facile: non sarà semplice, infatti, fondere le tradizioni e la cultura occidentali di lei e quelle orientali di lui. Ma si sa, l’amore, specialmente fra i giovani, è forte e sicuro di sé: Lisa decide di lasciare l’Europa e parte con Sou-Chong per la Cina. La realtà è però dura anche per chi si ama davvero. Lisa fatica a seguire le severe imposizioni della tradizione cinese. Tschang, zio di Sou-Cong, ricorda al giovane principe le antiche leggi del suo paese: l’erede al trono deve sposare quattro donne cinesi e le nozze con un’europea non sono valide. Sou-Chong, suo malgrado, è costretto ad obbedire. Lisa è triste e angosciata e trova nella cognata Mi un sostegno. Mi è una giovane che mostra insofferenza verso le tradizioni cinesi e vorrebbe essere libera come Lisa. Giunge intanto Gusti che è riuscito a farsi inviare in Cina come rappresentante della sua società. Con un buffo stratagemma riuscirà ad avvicinare Lisa. Venuto a conoscenza della situazione convince Lisa a tornare in Europa: Lisa e Sou-Chong avevano agito d’impulso, senza pensare, ma la vita sembra aver serbato per ciascuno un diverso destino. Lisa torna in Europa con Gusti, ma non riesce a farsi una ragione della fine del suo sogno d’amore e Gusti ripensa alla giovane Mi, la bella cinesina che aveva conosciuto a Pechino. Ma a volte la storia e il destino dei popoli aiutano gli amanti temerari.

Nel 1912 la centenaria monarchia Manciù cade, Sou-Chong fugge dal suo Paese insieme alla sorella Mi: le due coppie (Lisa-Sou-Chong, Gusti-Mi) si riformano e questa volta potranno per sempre cantare «Tu che m’hai preso il cuor».

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