Ghilardi, Novali e Riva
al museo Remo Bianco

Il maestro, l’allievo e lo scultore. Ovvero Italo Ghilardi, Giuseppe Novali e Armando Riva. Sono loro i tre protagonisti della nuova esposizione dal titolo «Il colore della natura», ospitata nel Museo di Arte contemporanea di Franciacorta Remo Bianco, nel complesso delle Tenute La Montina.

Italo Ghilardi già in passato ha presentato sue opere nell’azienda di Monticelli Brusati. Come non ricordare la rassegna intitolata «L’altra metà. Volti e mondi femminili» che nel 2011 ha visto in esposizione lavori dell’artista, provenienti dalla collezione privata di Giuseppe Novali: sguardi senza tempo di donne inserite in una società benestante tranquilla, senza noie e preoccupazioni. Ora Ghilardi torna alla collezione museo Remo Bianco de La Montina proprio con l’allievo, nonché suo collezionista, Giuseppe Novali e lo scultore Riva.

L’esposizione – aperta nelle scorse settimane – si protrarrà sino a fine agosto (info e prenotazioni [email protected] 030/653278) Si tratta di una mostra che pone al centro Madre Natura, fonte di ispirazione non solo per gli artisti, ma anche per gli stessi vignaioli e viticoltori. Non a caso La Montina ha recentemente rivisto la veste delle proprie bottiglie, ispirandosi alla natura.

La natura dunque diventa trait d’union e leit motiv che lega l’esposizione artistica alla filosofia di una delle cantine più rinomate della Franciacorta.Nella suggestiva location a fianco delle cantine, si può ammirare il frutto di anni di esperienza ed ispirazione. Italo Ghilardi, noto pittore contemporaneo bergamasco, in questa sede presenta nuove creazioni dal tratto sicuro, scavato su fondali bianchissimi che ritraggono corpi e forme sinuose. L’opera dell’artista orobico non lascia spazio all’improvvisazione, lui è un artista riflessivo e un po’ introverso, la sua mira è scandagliare e indagare l’animo di uomini e donne, dipinti con volti ieratici.

Un’analisi introspettiva per calarsi nelle ansie e nelle paure dell’uomo moderno. Ciò che per noi è impalpabile e sfuggente, l’artista lo cattura e lo ferma negli occhi dei suoi personaggi. Per taluni Ghilardi è un po’ psicologo, un po’ analista, esploratore dei sentimenti. In realtà è un artista che meglio di altri sa dare concretezza a un’emozione. Non sono da meno le opere dell’allievo Giuseppe Novali, del quale Ghilardi ha scritto: «Se la pittura di Novali non si può considerare realmente figurativa, tanto meno la si può solamente considerare materia astratta. Egli è pittore artista che si gode un’immagine di sua creazione e certo ama la natura che osserva e descrive con rispettosa meditazione, con una vena poetica che lo isola dal mondo in cui vive. Se qualche cosa da me ha avuto come allievo è in quel preciso modo d’essere pittore, nell’immediatezza del gesto naturale e saggio, nella corposità autentica della materia, nel respiro delle stesure, nella pulsazione spontanea della pittura».

Un accenno anche alla presenza delle sculture di Armando Riva.
«Le sue opere – dice di lui Philippe Daverio - hanno forme che portiamo dentro di noi; i suoi bronzi mi ricordano i vitigni solitari e i disordinati grovigli semisommersi, imprigionati ai detriti portati dalle piene del Po. Della fertile terra lombarda, confine ultimo con l’Emilia, ci sono i colori: il castano e il bruno del bronzo, il rosso dell’ossido di rame, gli sbalzi dell’oro, il verderame della patina che copre il metallo».

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