«Hanno vinto le speranze dei giovani»
Sanremo, ultimo atto tra lacrime e omaggi

«Nessuno è perfetto, ma vi dico e vi giuro che abbiamo fatto di tutto perché il festival restasse nel solco dell’anno passato».

L’intro di Claudio Baglioni ha il sapore di un bilancio e di un passaggio di testimone: «Ha vinto la musica, hanno vinto le parole, le speranze di tanti giovani artisti e di altri meno giovani che confidano in quello che accadrà domani e nel vostro affetto. Spero che questo solco non venga smesso, perché è nello statuto e nella costituzione del festival, e spero che rimanga tale fino al prossimo Sanremo e a tutti quelli che arriveranno».

Tra lucciconi e aria di congedo, perfino nello sketch della famiglia Addams, Sanremo si avvia a incoronare il vincitore di un’edizione che ha scontato un calo di ascolti rispetto all’anno scorso (-5 punti di share per la serata dei duetti), ma ha appassionato i ragazzi ed è riuscita a ringiovanire il pubblico di Rai1, centrando il 50% sul target 15-24 anni e macinando record sulle piattaforme digital e social. Complici un cast variegato e coraggioso e i temi di brani come il disagio giovanile, il rapporto genitori figli, la violenza domestica. Il primo superospite della serata è Eros Ramazzotti che torna all’Ariston a 35 anni dalla vittoria nelle Nuove Proposte con Terra Promessa: canta Vita ce n’è, duetta con Baglioni in Adesso tu, poi condivide con Luis Fonsi, la star di Despacito, Per le strade una canzone. Più avanti tocca ad Elisa: è da brivido il duetto con Baglioni in Vedrai, vedrai di Luigi Tenco.

Nel festival delle tematiche giovanili gli omaggi hanno però il sapore della nostalgia: Baglioni, Bisio e Raffaele si danno all’avanspettacolo Camminando sotto la pioggia, in omaggio a Erminio Macario. Poi, a sorpresa, le telecamere si spostano davanti all’Ariston dove lo Stato Sociale canta con Pozzetto E la vita, la vita, cavallo di battaglia di Cochi e Renato.

Virginia Raffaele libera il suo talento dalle briglie dell» cco a voì, in un medley travolgente in cui presta voce e mimica a Malika Ayane, Patty Pravo, Giusy Ferreri, Fiorella Mannoia e, naturalmente, Ornella Vanoni. Standing ovation per lei: in prima fila, i vertici Rai, con l’ad Fabrizio Salini, il presidente Marcello Foa, la direttrice di Rai1 Teresa De Santis seduta accanto a Mara Venier. Ad aprire la gara è Daniele Silvestri, con Argentovivo, il suo viaggio nel lato oscuro dell’adolescenza, accompagnato da Rancore. Anna Tatangelo si commuove alla fine del suo brano Le nostre anime di notte. Ghemon canta Rose viola con uno dei suoi proverbiali soprabiti over, rosso arancio. I Negrita convincono con il mix di rock e pop di I ragazzi stanno bene. Per loro ’tifà Joe Bastianich, che però fa parte della Giuria d’onore: “Vote Negriteband», scrive su Instagram, poi cancella il post.

Di grande impatto l’esibizione di Ultimo che si mangia il palco con I tuoi particolari. Nek propone la sua Mi farò trovare pronto. Ancora tutti in piedi per Loredana Bertè: entusiasmo la sua performance esplosiva con Cosa ti aspetti da me. Il ’classicò Francesco Renga di Aspetto che torni precede Mahmood, una delle rivelazioni di questo festival con la sua Soldi (che sconta una breve interruzione per un problema tecnico). Gli Ex-Otago in total white propongono Solo una canzone (e il frontman Maurizio Carucci si concede un abbraccio e bacio appassionato con la fidanzata Martina in prima fila).

L’abbraccio è collettivo per Il Volo, che trascina il teatro con Musica che resta. Grintosa e supersexy, Paola Turci graffia con L’ultimo ostacolo. L’esibizione scenografica degli Zen Circus con L’amore è una dittatura precede la coppia Patty Pravo e Briga (Un pò come la vita). Mi sento bene, canta Arisa, ma sconta qualche incertezza (per l’influenza) e appare molto emozionata. In scaletta poi Irama (La ragazza con il cuore di latta), Achille Lauro, ancora al centro delle polemiche per un’accusa di plagio (Rolls Royce), Nino D’Angelo e Livio Cori (Un’altra luce), Federica Carta e Shade (Senza farlo apposta), Simone Cristicchi (Abbi cura di me), Enrico Nigiotti (Nonno Hollywood), i Boomdabash (Per un milione), Einar (Parole nuove). Chiude la gara Motta (Dov’è l’Italia).

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