Hiroshima: sono passati 70 anni - video
Ma gli Usa avevano già vinto la guerra

Sono passati 70 anni da quando, il 6 agosto 1945, la bomba atomica cadde su Hiroshima. Il 9 fu la volta di Nagasaki.

Furono sganciate per costringere il Giappone alla resa (che arriverà il 15 agosto) e porre fine alla Seconda guerra mondiale. Ma c’è dell’altro. Perché quando Truman riceve il messaggio, il conflitto di fatto è già concluso e lui è a Potsdam, in Germania, al tavolo dei vincitori.

Dove uno degli alleati di oggi, l’Unione sovietica di Stalin, si sta già delineando come il nemico di domani. In questo scenario, l’atomica diventa soprattutto un messaggio a Mosca. Che a costruirla arriverà nel 1949.

La Guerra fredda tra le due superpotenze durerà sino agli anni Ottanta, ma prima e dopo di allora nuovi attori compariranno sul palcoscenico nucleare: Gran Bretagna (1952), Francia (1960), Cina (1964), Israele (1966), India (1974), Sudafrica (1977), Pakistan (1983), Corea del Nord (2006). Fino all’Iran dei giorni nostri e all’Isis, che ha annunciato di poter disporre dell’atomica nel giro di un anno. E se finora l’orrore non si è ripetuto è perché ha vinto la paura, non la ragione.

Hiroshima e Nagasaki con i loro 400 mila morti – uccisi sul colpo dall’esplosione o negli anni successivi dagli effetti delle radiazioni – hanno formato sull’orlo dell’abisso un parapetto oltre il quale il mondo si è sporto spesso, ma senza mai più scavalcarlo. Trattenuto, appunto, dalla paura, codificata anche dalla diplomazia internazionale nella dottrina della Distruzione reciproca assicurata («Mutual assured destruction»), il cui acronimo inglese forma curiosamente la parola «mad», «pazzo».

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