«Ho ricordi bellissimi di Bergamo»
Camilleri presenta il suo nuovo libro

«Ho ricordi bellissimi di questa città e del suo teatro. Bergamo ha un pubblico straordinario, che ho ritrovato solo a Catania. I due pubblici sono gemelli: hanno una reazione immediata verso ciò che avviene sul palcoscenico, creando una vera empatia con gli attori in scena». Parole di Andrea Camilleri.

Classe 1925, è uno dei romanzieri italiani più amati anche all’estero, in Inghilterra soprattutto, dove i suoi libri scalano ogni volta le classifiche, complice anche il successo televisivo di Montalbano sulla Bbc. In libreria il suo nuovo romanzo, «Noli me tangere», da poco uscito per Mondadori. L’occasione è anche quella di ricordare il suo legame con Bergamo, dove ha diretto diversi spettacoli al Donizetti: «Negli anni in cui ho diretto a Bergamo al Teatro Donizetti c’era Bindo Missiroli come sovrintendente, di cui ho un ricordo vivissimo - ricorda -. Ai suoi tempi c’era il “Festival delle Novità”, che erano novità musicali, non di teatro puro e semplice. Ogni anno Missiroli proponeva un cartellone ricco con musicisti italiani. Ricordo per esempio l’indimenticabile “Ferrovia sopraelevata”. Io sono venuto a dirigere “San Giovanni decollato”, in tre atti, di Sangiorgi: musica dodecafonica da impazzire, il direttore d’orchestra era Franco Mannino».

Con un commento sul nuovo libro: «”Noli me tangere” è

il titolo di uno degli affreschi del Beato Angelico che decorano il convento di San Marco a Firenze. Questo pittore è studiato dalla protagonista, Laura, che si sta laureando in storia dell’arte. Ma questa espressione è soprattutto la conclusione alla quale la protagonista arriva dopo avere usato e dissipato se stessa in tutti i modi: “Noli me tangere”, non toccarmi».

La pittura è una componente importante in questo romanzo e la scrittura stessa ricorda certe tecniche pittoriche: «

Qualsiasi pittura ha a che fare con la scrittura - commenta -. Non parlo della narrazione che può esserci all’interno di un quadro, ma proprio del fatto stesso che un quadro abbia dei volumi, dei pieni e dei vuoti: ciò avviene anche nella scrittura. La pittura ha un ritmo di trasmissione verso colui che guarda simile a ciò che avviene tra la pagina scritta e il lettore».

Leggi l’intervista completa su L’Eco di Bergamo del 20 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA