«I dubbi del padre», 9 metri per 3
Palumbo «espone» in via Grumello

È esposta da alcuni giorni in via Grumello 30, a Bergamo, l’ultima fatica artistica di Domenico Palumbo, medico fisiatra all’istituto Don Orione, ma anche artista affermato. L’opera - 9 metri per 3 - si intitola «I dubbi del padre».

È esposta da alcuni giorni in via Grumello 30, a Bergamo, l’ultima fatica artistica di Domenico Palumbo, medico fisiatra all’istituto Don Orione, ma anche artista affermato.

L’opera - 9 metri per 3 - si intitola «I dubbi del padre» e interroga su l’eredità genetica, l’eredita etica.

«Quanto rimane del comportamento etico al di là della genetica? - si chiede Palumbo -. Cosa rimane dell’arte al di là delle opere d’arte? Etica come comprensione del senso dell’esistenza terrena e oltre terrena, con la totale disponibilità a progetti di vita che conducano all’arricchimento esperienziale di essere padre in situazioni mutevoli determinati dalla storicità degli eventi. Il pensiero filosofico, il pensiero artistico - prosegue Palumbo -, è liberazione è riflessione, è immaginazione, è spiritualità ed è, forse l’opposizione a questo positivismo tecnologico. Forse l’arte come recupero della spiritualità, come libertà espressiva fine a se stessa, come possibilità di condividere idee, intuizioni, immaginazioni, riflessioni, indipendentemente se si trattino di opere d’arte o di immagini o di espressività artistica o artefatti. Se vogliamo che l’arte non muoia, che non venga soffocata dalla tecnologia, ma che mantenga la sua spiritualità al pari della filosofia, potremmo sperare nella sopravvivenza di essa, ma se la finalizziamo solo ad un discorso produttivo inserita in un contesto (il mondo dell’arte) penso, con tutta onestà, che sarà la fine dell’arte stessa».

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