In digitale gli scritti di S. Lorenzo da Brindisi
grazie a Bim e la parrocchia di Olera

Digitalizzate a Bergamo le opere di San Lorenzo da Brindisi: prese il nome da un sacerdote orobico e fu nominato Dottore della Chiesa da Giovanni XXIII. Nell’operazione anche i testi di padre Soderini di Cipro. L’iniziativa è stata promossa dalla parrocchia San Bartolomeo Apostolo di Olera grazie a un contributo economico del Bim (Bacino imbrifero montano) di Bergamo e in collaborazione con la Provincia veneta dei Cappuccini.

Giulio Cesare Russo: chi era costui? E cosa c’entra con Bergamo e i bergamaschi? Nato a Brindisi il 22 luglio 1559 da un commerciante veneziano, Guglielmo, nel 1574, già orfano di entrambi i genitori, si trasferisce a Venezia, dove vive lo zio paterno don Pietro, responsabile della scuola dei Chierici di S. Marco. Qui conosce padre Lorenzo da Bergamo, superiore dei frati cappuccini in Veneto. Da lui, vestito l’abito dell’ordine nel febbraio 1575, prende il nome di Lorenzo da Brindisi.

«Il Lorenzo bergamasco dà il proprio nome al novizio brindisino», spiega Paolino Zilio, biografo del frate. Presi i voti il 24 marzo 1576, nel dicembre 1582 viene ordinato sacerdote. Dopo una vita di strenuo impegno dottrinale e apostolico, in cui assume cariche importanti nella predicazione e nell’impegno di contrastare il protestantesimo e la minaccia turca, su fronti molto caldi - Svizzera, Tirolo, Germania, Boemia, Ungheria -, muore a Lisbona il 22 luglio 1619. Diventa san Lorenzo da Brindisi grazie alla canonizzazione voluta da Papa Leone XIII nel 1881.

Nel 1959, in occasione dei 500 anni dalla nascita, pontefice Giovanni XXIII, viene nominato Dottore della Chiesa. «Iniziato alla vita cappuccina da un ministro provinciale bergamasco (padre Lorenzo), termina il cursus honorum con un Papa bergamasco», osserva, ancora, Zilio.

Ora, dell’ingente massa dei manoscritti di Lorenzo, insieme a quelli di padre Epifanio Soderini di Cipro, custoditi nell’archivio dei Cappuccini di Mestre, è stata completata la digitalizzazione, a scopi conservativi e divulgativi, perché possano essere più agevolmente consultati, dagli studiosi e dai semplici interessati. Un lavoro promosso dalla parrocchia San Bartolomeo Apostolo di Olera grazie a un contributo economico del Bim (Bacino imbrifero montano) di Bergamo e in collaborazione con la Provincia veneta dei Cappuccini.

«Il 26 agosto 2019 - racconta padre Rodolfo Saltarin, cappuccino, vicepostulatore della causa di beatificazione di fra Tommaso da Olera - nel refettorio di Villafranca di Verona, incontro Paolino Zilio e Doriano Bendotti, per valutare la fattibilità di un progetto ambizioso: la digitalizzazione dell’intero corpus dei manoscritti di san Lorenzo da Brindisi e di due volumi manoscritti di padre Soderini da Cipro, entrambi custoditi nel nostro archivio provinciale di Mestre».

Gli scritti del Soderini sono le «Relationi de’ frati capuccini di santa vita defonti, miracoli accaduti, fondationi de monasterii, accompagnate con casi singolari e miracolosi, fatti heroici di virtù e simili cose notabili dall’anno 1614 al 1634», utilissime per conoscere il «milieu veneto-cappuccino» in cui visse Tommaso da Olera.

Dell’operazione viene incaricata una ditta specializzata, la Mida di Bergamo, che già aveva condotto simili operazioni su manoscritti di notevole importanza. Un modo per «onorare ulteriormente san Lorenzo da Brindisi nel 400° anniversario della morte, e, insieme, il beato Tommaso, che con il santo confratello godette di un’inedita vicinanza». Il progetto avrebbe dovuto decollare il 9 di marzo scorso, ma l’arrivo del Covid19 «ne ha allungato sensibilmente i tempi e le scansioni sono state eseguite soltanto nei giorni 20-27 luglio. Concluso il lavoro di scansione nel convento di Mestre, nella sua sede di Bergamo la Mida ha elaborato il supporto elettronico, ora consegnato al nostro archivio provinciale di Venezia-Mestre».

Dello studio e curatela filologica dei volumi del Soderini è incaricato il filologo bergamasco Alberto Sana, già editore critico, per Morcelliana, di tutte le opere di fra Tommaso, salvo l’epistolario: «Da qualche mese sto trascrivendo e studiando il ms.: si tratta di un codice di circa 500 pagine con ampi indici (cronologici, di nomi, di fatti notevoli), redatto da fra Epifanio da Cipro (1567-1651) e composto da molte decine di testimonianze raccolte (con giuramento e firma, gli analfabeti con croce) dalla viva voce di frati intervistati in loco, nei loro conventi di residenza (Triveneto) su fatti notabili, figure, eventi miracolosi avvenuti nel ventennio 1614-1634. Epifanio fu incaricato di comporlo dal provinciale dell’epoca (Padre Giovan Battista da Venezia), a sua volta incaricato dai superiori dell’ordine. Il testo, inedito, è interessante per più ragioni (anche “bergamasche”): si parla molto di Tommaso da Olera; sono menzionati molti frati di origine bergamasca; è assai utile per una storia della spiritualità del tempo, perché fa cenno a moltissime personalità di santi frati, e pullula di ricordi di eventi miracolosi».

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