«Jesus Christ Superstar»
Box Organi, il jazz conquista tutti

Molto applaudita a Lallio l’inedita versione del musical con organo, fisarmonica e chitarra.

Si avvia al termine «Box Organi. Suoni e parole d’autore», la rassegna concertistica promossa dalla Parrocchia di Lallio e dall’Associazione Libera Musica e sotto la direzione artistica di Alessandro Bottelli, che vede protagonista l’organo Bossi Urbani 1889 della chiesa arcipresbiterale di Lallio.

Fil rouge di questa sesta edizione, la Bibbia. Ma, oltre ai tre appuntamenti tradizionali, giovedì sera si è dato spazio a un evento speciale per i 50 anni di «Jesus Christ Superstar», opera rock composta da Andrew Lloyd Webber con testi di Tim Rice.

A Lallio, tre grandi interpreti ne hanno presentato un’inedita versione. «Nei concerti precedenti abbiamo trattato alcuni aspetti della Bibbia relativi al Vecchio Testamento, questa sera tratteremo invece il Nuovo Testamento, declinato in maniera originale, riprendendo il celebre musical in chiave jazz», ha affermato Bottelli. Un’impresa non facile, tuttavia ampiamente riuscita.

I musicisti? Roberto Olzer (organo), Nadio Marenco (fisarmonica) e Sandro Di Pisa (chitarra), che già aveva realizzato una versione solitaria del musical, «Jesus Christ Superguitar». Un progetto ora ulteriormente stravolto e adattato alle potenzialità degli strumenti in gioco, prevedendo anche una parte «narrante» interpretata da Di Pisa. Una prima assoluta, considerando che i tre si sono esibiti insieme per la prima volta in quest’occasione. Un incontro senz’altro fortunato, che ha regalato momenti di grande intensità ad un pubblico attento e partecipe.

La serata si è aperta con l’entusiasmante «Ouverture» eseguita da Olzer, ripreso da una telecamera e proiettato su uno schermo per permettere al pubblico di seguirne i movimenti di mani e piedi all’organo. Altrettanto trascinante «What’s The Buzz?». Non sono mancati momenti di invenzione e riferimenti a brani cult. Ad esempio citazioni a «Take Five» in «Everything’s Alright», eseguito da Di Pisa e Marenco in 5/4, un ritmo dispari usato appunto per brani jazz.

Oppure in «Then We Are Decided», brano in cui Marenco ha sprigionato mille voci e che ha concluso con il noto riff di «Shine On You Crazy Diamond». Senza considerare «This Jesus Must Die» in stile standard jazz, o «King Herod’s Song» ragtime. E molto altro. Esiti curiosi e innovativi, ma rispettosi dello spirito originale di ogni brano. E senza tralasciare esibizioni più classiche, come l’appassionata e coinvolgente esecuzione di «I Don’t Know How To Love Him» di Marenco.

Momento di maggior intensità, le 39 frustate inferte a Gesù durante il processo, riprodotte dall’organo, ma scandite anche dagli altri strumenti in un crescendo di drammaticità. Esecuzioni molto apprezzate dal numeroso pubblico, che ha chiuso l’evento con una standing ovation.

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