La Popolare lancia il progetto «Art Up»
Ogni mese esposta un’opera d’arte

Banca Popolare di Bergamo promuove il progetto «Art Up», un’iniziativa culturale finalizzata alla conoscenza del proprio patrimonio artistico.

Ogni mese, un’opera d’arte diversa facente parte della collezione della Banca, verrà esposta al pubblico nell’atrio della Sede Centrale di Piazza Vittorio Veneto 8. Non una semplice presentazione, ma un vero e proprio «invito» alla lettura e alla fruizione tramite schede storico-critiche illustrate e collezionabili, realizzate per l’occasione dallo storico dell’arte Enrico De Pascale, Curatore responsabile della collezione. Con il progetto «Art Up» vengono così rese visibili opere d’arte antica e contemporanea normalmente “inaccessibili” perché ubicate negli uffici, nelle filiali, nei caveaux della Banca.

La collezione d’arte della Banca, che assomma diverse centinaia di opere di età compresa tra il XIV e il XXI secolo (dipinti, sculture, disegni, fotografie, stampe, ecc.), si è formata nel corso di quasi centocinquant’anni, intrecciando le proprie vicende con quelle della Banca stessa, fondata nel lontano 1869. Una raccolta ampia e variegata capace di coniugare l’attenzione per la produzione artistica locale e nazionale - da Baschenis a Fra’ Galgario, da Piccio a Manzù, da Ghirri a Boetti - con l’interesse per le proposte più sperimentali della scena internazionale: da Kapoor a Buren, da Armleder a Gillick, da Halley a Yan Pei Ming. Una varietà di opzioni linguistiche ed espressive che è frutto di precise scelte collezionistiche orientate a rappresentare al meglio il complesso e articolato panorama della cultura artistica passata e contemporanea.

«Dal 5 al 30 gennaio 2015 prende avvio il primo appuntamento del progetto Art Up, giunto al suo secondo anno di vita - dichiara Osvaldo Ranica, direttore generale di Banca Popolare di Bergamo - con l’esposizione di un’opera di Andrea Previtali, uno dei più significativi esponenti dell’arte rinascimentale a Bergamo, seguace di Giovanni Bellini e di Lorenzo Lotto. La rara tela qui esposta, raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Domenico e Marta, assume particolare importanza per essere stata dipinta con ogni probabilità su commissione del Convento domenicano femminile di Santa Marta, lo stesso su cui attualmente insiste la Sede della Banca Popolare di Bergamo. Il prezioso dipinto è stato protagonista di una recente, raffinata mostra tenutasi in Palazzo della Ragione a Bergamo (2011) che ha consentito uno stimolante confronto con la Madonna Baglioni dello stesso Previtali conservata all’Accademia Carrara».

ANDREA PREVITALI

Madonna con il Bambino leggente tra San Domenico e Santa Marta di Betania (1517 circa - cm 83 x 83 – olio su tela). In un luminoso e verdeggiante paesaggio, la Vergine Maria col Bambino leggente è affiancata da San Domenico di Guzman e da Santa Marta di Betania. Il fondatore dell’ordine domenicano è riconoscibile, oltre che dall’abito bianco e nero, dalla stella in fronte, emblema della sapienza e dal ramo di gigli, simbolo di castità. Con la mano sinistra regge il modellino di un edificio quattrocentesco, forse identificabile con l’antica chiesa bergamasca dei SS. Domenico e Stefano, demolita per costruire le mura venete (1561) che proteggono Bergamo Alta. Santa Marta è identificata dal secchiello di acqua santa con cui ha sconfitto il terribile drago (Tarasque), accucciato ai suoi piedi. Il dipinto, che sviluppa la tradizionale composizione della Sacra Conversazione, è influenzato sia dai modelli di Giovanni Bellini sia dalla celebre Pala Martinengo, completata da Lorenzo Lotto nel 1516. L’abito indossato dalla religiosa fa supporre una provenienza della tela dall’antico convento domenicano di S. Marta (forse, date le ridotte dimensioni, dalla cella di una monaca facoltosa) ubicato nello stesso luogo attualmente occupato dalla Sede della Banca Popolare di Bergamo.

ANDREA PREVITALI (Brembate Sopra (?), 1480 circa – Bergamo, 1528)

Alla fine del XV secolo è attivo a Venezia nella cerchia di Giovanni Bellini, di cui si dichiara allievo. La sua prima opera conosciuta è una Madonna col Bambino e donatore datata 1502 (Padova Museo Civico) cui seguono lo Sposalizio di Santa Caterina (Londra National Gallery) dai chiari influssi belliniani, e un Ritratto di giovane (1506) che guarda ai modelli di Albrecht Durer, di passaggio in laguna quell’anno. Altre influenze gli derivano dai modelli di Boccaccio Boccaccino, Cima da Conegliano e Giorgione. Intorno al 1512 è attivo nella Bergamasca, entrando in contatto con la tradizione artistica milanese, da Zenale a Bergognone ad Andrea Solario, come si evince dalla Madonna Baglioni dell’Accademia Carrara. La sua copiosa produzione è progressivamente influenzata dai modelli di Lorenzo Lotto, a Bergamo dal 1513 al 1524, come dimostrano la Pala con San Giovanni e santi in Santo Spirito (1515) o la Madonna col Bambino (1514) dell’Accademia Carrara. Nel 1524 esegue la Pala di San Benedetto per la Cattedrale bergamasca seguita dal Polittico di Santo Spirito e dal dolente Compianto di Cristo in Sant’Andrea.

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