«Innocenza e Pietas» Sciacca alla Permanente

«Innocenza e Pietas» è il titolo della mostra delle opere di Augusto Sciacca, curata da Marco Rosci, che si tiene  fino al 2 giugno presso il Museo della Permanente, promossa dalla Provincia di Milano con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali, ed è frutto della collaborazione fra l’Assessore ai Diritti dei cittadini Francesca Corso e l’Assessore alla Cultura, culture e integrazione Daniela Benelli .

L’esposizione vuole essere un’ampia riflessione sul tema della violenza, che viene affrontata nei suoi vari aspetti, mitologico, storico e sociale, ed è concepita in quattro sezioni, attraverso le quali vengono evidenziate, per punti nodali, le varie forme di violenza, da quella fisica a quella psicologica, in immagini fortemente intense ed emotivamente coinvolgenti, ma senza compiacimenti di alcun genere, né estetici, né linguistici.

«Un filo rosso e un filo d’oro» attraversano e legano tutto il percorso della mostra e le pagine dei più recenti «libri» che l’artista ha realizzato, come lo sconvolgente, «l’eccezionale, singolarissimo Promemoria» (Rosci), ad evidenziare che nella storia non agisce solo la violenza, ma anche la luce della speranza e di persone che la incarnano. «…l’artista, come altri nel passato, come Callot, Goya o Picasso, - scrive Vincenzo Consolo in catalogo - offeso nella sua coscienza etica, commosso, rappresenta e denunzia. Sciacca sceglie le icone più emblematiche nel mare tenebroso delle immagini di questo nostro tempo, di questo antinferno di ombre evanescenti, di questa oscena civiltà dello spettacolo, delle immagini che si annullano tra loro, che subito precipitano nel nero dell’oblio…».

Come notano in catalogo Mauro Ceruti e Giuseppe Fornari, «Il fare pittorico di Sciacca procede con libertà estrema e abilità consumata, facendo tesoro dei risultati più avvincenti della ricerca artistica degli ultimi decenni. Ma quello che guida la sua attività non è uno sperimentalismo fine a se stesso, è al contrario qualcosa che si potrebbe definire come l’amore per una realtà che non è mai scontata, perché è sempre il risultato di un’esplorazione, di una scoperta.»

Articolazione della mostra: Sezione 1, Opere dal 1978 al 2000 - Sezione 2, Opere dal 2004 al 2005 - Sezione 3, Libri d’Artista eseguiti dal 1981 al 2005 - Sezione 4, Opere dal 2004 al 2005 – Seguono bozzetti e appunti. L’esposizione comprende una quarantina di opere di media e grande dimensione e tre grandi teleri (3m x 5m), oltre a disegni, libri d’Artista, bozzetti, appunti e studi preparatori.

Il catalogo, edito da Lito Stampa, formato cm. 30 x 24, pagine 160, contiene le presentazioni di Marco Rosci, curatore della mostra, e di Vincenzo Consolo, Mauro Ceruti e Giuseppe Fornari, oltre a una prefazione di Salvatore Italia, i contributi di Giulio Giorello, Ada Masoero ed Ettore Ongis, un’intervista di Marco Dell’Oro ad Augusto Sciacca e alcuni brani dall’antologia critica.

Augusto Sciacca (1945), messinese d’origine, si è formato nel clima concettuale degli anni Settanta, per giungere ben presto a una sua personale concezione espressiva, connotata da una forte e intensa sperimentazione ad ampio raggio. Degli anni Settanta sono i progetti estetici (alcuni con l’impiego del laser) e le mappe e i graffiti su juta di sacco stampigliato; seguono i flani, i sestupli e le mappe su politene, che riscuotono l’interesse della critica più attenta e prestigiosa. Negli anni Ottanta G.C. Argan lo segnala più volte e in seguito lo inserirà nella sua nota Storia dell’Arte Moderna. Quindi la stagione dei progetti siderali, delle isole e mappe degli universi, per approdare alla fine degli anni Novanta a una pittura dai ritmi larghi e dalle composizioni di respiro vasto e solenne, come nelle Cosmogonie, dove affronta e approfondisce ancora una volta le sue tematiche predilette, quelle del Tempo e dello Spazio, tema evidenziato anche nei libri d’artista, quali il ciclo Cronogenesi (1990-1995), Il Sole di Ulisse (1995), Il tempo o il vento (1996) e, fra quelli recenti, nell’opera La piega – Omaggio a Deleuze (2005). In questi ultimi anni Sciacca ha concentrato la sua attenzione sul tema della violenza, già peraltro indagato sin dagli anni Settanta, per affrontarlo in maniera ampia e organica in una serie di opere ricche di rimandi e di correlazioni.

Augusto Sciacca INNOCENZA E PIETAS mostra promossa dalla Provincia di Milano
con il Patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali a cura di Marco Rosci
Museo della Permanente, via Turati 34 - Milano dal 2 Maggio al 2 giugno 2006
Orari: dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30
Sabato e Domenica dalle 10.00 alle 18.30 orario continuato; giorno di chiusura il lunedì. Ingresso Libero

Informazioni al pubblico:
Museo della Permanente, tel. 02-6599803, Provincia di Milano, tel. 02-7740.5152/6315, www.provincia.milano.it
(03/05/2006)

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