L’archistar Botta sul centro di Bergamo
«Bastavano solo piccoli correttivi»

L’architetto Mario Botta in visita a Bergamo. «La Città bassa ha grandi contenitori: non vanno persi».

Tutte le città parlano attraverso il tempo della Storia, della collettività, delle speranze, delle delusioni, ma anche della guerra e della pace. La forza della città è la capacità di esprimere sempre la condizione del proprio tempo». Un pensiero ripetuto a più riprese da Mario Botta, architetto di fama internazionale («Archistar è una definizione giornalistica infelice, di comodo», sentenzia). La sua presenza sabato in città è stata l’occasione per parlare di Bergamo in un particolare momento di trasformazione urbanistica.

Lo ha fatto a margine dell’inaugurazione dell’esposizione della scultura «Serendipity» dell’artista Paolo Delle Monache (Roma, 1969) nel chiostro di Santa Marta di Ubi Banca in Piazza Vittorio Veneto alla presenza di Andrea Moltrasio, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Ubi Banca e del gallerista Arialdo Ceribelli. E proprio alla Galleria Ceribelli di via San Tomaso si è aperta un’altra mostra che fa dialogare 10 sculture di Delle Monache con una quarantina di fotografie di Andrea Micheli. L’architetto svizzero è giunto a passo spedito all’appuntamento. Chioma bianca, occhiali tondi e l’immancabile lunga sciarpa, una sorta di Botta style, ha acconsentito di rispondere ad alcune domande.

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