L’Eco racconta il tessile bergamasco
In edicola il libro «Sul filo della moda»

Ventotto storie che raccontano il tessile bergamasco. Storie di eccellenza, di impegno. Di fatica e di sfida, ma anche di grande genialità. L’Eco di Bergamo inizia un percorso legato al mondo imprenditoriale locale: in edicola con il quotidiano, per tutto il mese di dicembre (a 9,90 euro + il prezzo del giornale) c’è il primo volume della collana «Bergamo terra di imprese».

A dare il via il mondo della manifattura con «Sul filo della moda», 170 pagine a cura della giornalista Fabiana Tinaglia che analizzano ventotto aziende del nostro territorio. «Il tessile riprende colore, la manifattura torna di prepotenza competitiva: siamo capaci di vendere tessuti per arredamento alla Casa Bianca, tessuti per camicie ai sarti della Regina d’Inghilterra, essere ancora leader nel nylon e nella maglia scrive – Giorgio Gandola, direttore de L’Eco di Bergamo nella sua prefazione –. Le aziende qui raccontate nelle loro eccellenze competono con l’economia globale, consapevoli che il vantaggio competitivo dell’idea e della passione deriva dal territorio e dall’istinto imprenditoriale di chi lo abita».

Dal Gruppo Albini con il suo cotone più esclusivo all’eccellenza sartoriale di aziende come la Camiceria Maffeis e il Calzificio Bresciani; dalla ricerca e studio dei materiali che fanno la Sitip o la Carvico all’attenzione che la Dyeberg o la FelliColor mettono nel colore. Ma ancora: ci sono le storie del Gruppo Pezzoli, di Cogal, Mc Donald e Bongiorno Antinfortunistica, il grande lavoro di progettazione di Eurotessile, Manifattura del Seveso e Pielleitalia. Ogni realtà imprenditoriale ha una storia che parte sempre da un’idea. Anzi, prima ancora, dalla passione.

Lo spiegano bene gli aneddoti che si leggono nelle pagine sul Maglificio Santini, il percorso imprenditoriale del Lanificio-Feltrificio Gusmini, ma anche di Essenza e Rossini Trading. Storie di stile e innovazione come quella della Radici Pietro Industries & Brands, che spiega il nostro territorio locale e il suo sviluppo socio-economico, partendo sempre da un’intuizione, da un progetto che è cresciuto e si è sviluppato proprio in Bergamasca: basti pensare a Martinelli Ginetto e Parà, a Perofil e La Rocca. Storie che si dipanano da un filo, come quelle della Ritorcitura Fratelli Rossi o del Linificio e Canapificio Nazionale, e finiscono per parlare di moda che ritroviamo in passerella, se solo pensiamo alle sfilate di Cividini. E ancora ci sono la specializzazione di Silusi e la sempre più internazionale storia di RadiciGroup.

«Il nostro tessile cresce con le idee – commenta Franco Greco, presidente del Gruppo Tessili e Moda di Confindustria Bergamo –, facendo squadra, sul territorio, ricco di sapere e capace di modulare le proposte. La nostra storia, del passato lontano e di quello recente, è la base su cui investire, con ingegno», spiegando così un «manifatturiero di qualità e competitivo – scrive Giorgio Frigeri, presidente di Banca Popolare di Bergamo, nella sua introduzione –, capace di adattamento, con tenacia e voglia di riscatto». Sempre credendo nel made in Bergamo e nella sua peculiarità: una filiera completa che vive e si sviluppa sempre tra innovazione e ricerca.

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