Moroni, la bellezza per la ripartenza. Albino celebra il 500° della nascita

La città seriana capofila di una rete di collaborazioni per celebrare il 500° della nascita del grande pittore. Mostre, restauri, convegni e spettacoli in cantiere da giugno. Il sindaco Terzi: l’arte come chiave della speranza.

Il palinsesto degli eventi sarà presentato al pubblico a maggio e, se la situazione sanitaria lo permetterà, prenderà avvio ai primi di giugno per protrarsi sino alla fine dell’anno e oltre. Quel che è certo è che saranno mesi costellati di mostre, restauri, pubblicazioni, convegni, concerti, spettacoli, escursioni a tema, appuntamenti che coinvolgeranno finanche il mondo della moda e dell’enogastronomia. Parliamo del pittore Giovan Battista Moroni, nato ad Albino 500 anni fa, ritrattista impareggiabile (con profili e volti animati da una caratterizzazione introspettiva), nonché autorevole testimone della temperie del Cinquecento (e sul piano religioso dell’età della Controriforma).

Un pittore che più di recente, attraverso le sue tele, ha viaggiato Oltralpe e Oltreoceano assumendo i panni di ambasciatore della Bergamasca e diventando «Moroni globale», come ha mostrato la ribalta espositiva favorita dalle mostre alla Royal Academy of Arts di Londra nel 2014 e alla Frick Collection di New York nel 2019. Ora cominciano finalmente le celebrazioni per il 500° anniversario della sua nascita nel centro della Valle Seriana. Occasione imperdibile per riaccendere i riflettori su un vero maestro del Rinascimento e il suo singolare sguardo sulla realtà, per promuovere una maggior conoscenza di questo artista presente nei più grandi musei del mondo, ma del quale abbiamo testimonianze significative all’Accademia Carrara, al Museo Bernareggi, nei palazzi e nelle chiese della terra orobica.

Guarda la presentazione di una mostra sul Moroni allestita alla Frick Collection di Manhattan a New York nel 2019
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E, insieme, per scommettere sul custode dell’identità profonda di un territorio dal quale ha attinto linfa la sua arte. «Moroni 500. Albino 1521-2021», attesa rassegna che coinvolgerà provincia e città di Bergamo, vedrà all’opera un network amplissimo di istituzioni, musei, fondazioni, parrocchie, scuole, associazioni, tutte pronte a dialogare per raccontare l’«universo moroniano». Il Comune di Albino, ente promotore, e Promoserio, ente organizzatore, hanno intessuto una rete di collaborazioni con la parrocchia di Albino, l’Accademia Carrara, la delegazione Fai di Bergamo e le Fondazioni Bernareggi, Credito Bergamasco, Museo di Palazzo Moroni. Nel progetto avranno parte attiva anche associazioni e realtà culturali della Valle Seriana: Associazione culturale Carlo Antonio Marino, Arte sul Serio, Percorsi albinesi, Circolo fotografico città del Moroni - Albino, Comitato Sui Passi del Moroni, Complesso bandistico di Albino, Astorica-Associazione storica Città di Albino, Django Association.

Il restauro di Ritratto di gentildonna con libro (Woman portrait with book), 1570 effettuato nel 2014 dall’Accademia Carrara di Bergamo.

E ancora: collaborazioni con Ascom per mettere a punto menù a tema, con le botteghe e i commercianti di Albino, con operatori che si occupano di valorizzazione del patrimonio naturalistico, culturale ed enogastronomico, collegamento con istituti scolastici e accademie, dall’Isis Romero alla Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze. Il progetto ha suscitato interesse sia di enti e istituzioni, come Regione, Comunità Montana Valle Seriana, Camera di Commercio e Fondazione Comunità Bergamasca, sia di aziende private del territorio. Intanto stanno per essere ultimati i restauri di due sue opere preziose della chiesa parrocchiale di Albino, affidati alle cure del restauratore Antonio Zaccaria: la pala della Crocifissione con i Santi Antonio e Bernardino (intervento finanziato da Fondazione Credito Bergamasco) e lo stendardo della Visitazione, custodito per la sua fragilità conservativa in sacrestia e praticamente mai esposto al pubblico (intervento sostenuto dal Comune di Albino con il contributo di Fondazione della Comunità Bergamasca). L’icona scelta a rappresentare la nuova sfida culturale è quella - emblematica - di un abbraccio singolare permeato da sacralità: quello tra la Vergine Maria e Santa Elisabetta vestite con abiti popolari del suo periodo, dipinto da Moroni nello stendardo albinese conservato nella sagrestia della chiesa parrocchiale di San Giuliano Martire.

Un video della National Gallery di Londra sui ritratti di Gian Battista Moroni.

Come se il Moroni ci potesse donare quell’abbraccio, da tempo negatoci, insieme alla sua offerta di bellezza senza tempo. Per usare le parole del sindaco di Albino, Fabio Terzi: «L’arte e la bellezza di un pittore come chiave per aprire le porte della speranza e della rinascita di una terra profondamente segnata dalla recente pandemia». Ma anche la conferma della capacità di un artista di comunicare cinque secoli dopo essere venuto al mondo, primogenito di Francesco di Moretto e di Maddalena di Vitale Brigati, ad Albino, quasi certamente in una casa sulla contrada di via Nova, la sua prima finestra sul mondo. «Moroni ed Albino, un binomio di successo - afferma Terzi -, un legame indissolubile tra un pittore e la sua terra, che vuole celebrarlo e raccontarlo. E non poteva che partire da Albino e in senso più allargato dalla Valle Seriana lo slancio entusiastico per festeggiare il 500° della nascita di un artista di fama internazionale ma profondamente legato alla propria gente e alla sua cultura».

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