Musica in lutto, è morto Guido Elmi
Era lo storico produttore di Vasco Rossi

È morto in casa a Bologna Guido Elmi «Steve Rogers», 68 anni. Era lo storico produttore di Vasco Rossi e il rocker lo ha celebrato a modo suo, su facebook: «Wiva Guido», ha scritto.

«Se ne è andato improvvisamente...- racconta il Blasco - era molto stanco. Io sono molto triste. Una consolazione - aggiunge - è che ha fatto in tempo a partecipare, vivere e vedere la grande festa di Modena Park!», il grande concerto del primo luglio. Lo staff di Vasco Rossi conferma la brutta notizia: «Guido è stato molto malato un anno fa, ma poi era migliorato, forse si è trattato di una recrudescenza improvvisa della malattia». Lo ha trovato in casa un amico e collaboratore, in mattinata. Anche lui musicista, oltre che arrangiatore e art director, è stato ricordato subito sui social da Red Ronnie: «Il mio amico GUIDO ELMI è volato nell’altra dimensione - ha scritto su fb -. Lo conosco dai primi tempi con Vasco Rossi inizio anni ’80. Le ultime volte che l’ho visto è stato ai due concerti di #ModenaPark e nelle dirette dalla Fonoprint la settimana scorsa.

Lo avevo visto molto stanco. Ricordo che quando stavano finendo le esibizioni degli artisti selezionati ci siamo fatti l’occhiolino e abbiamo cominciato a ridere, senza nessuna ragione. Era forse il modo per salutarci”: «io perdo un amico» e la musica «un grande produttore, quello che con ’Bollicinè rivoluzionò il rock in Italia». Era «un grande comunicatore - ha twittato Enrico Ruggeri - un artista, profondo e intuitivo. Pochi manager hanno saputo costruire cultura e costume come lui». Su twitter anche i pensieri di Noemi (”uno dei più grandi produttori”) e Paola Turci (”una persona gentile, mancherai”). Solo ieri il Blasco aveva pubblicato su facebook un lungo stralcio proprio sul suo rapporto con Elmi, tratto dal libro “Vasco da Rocker a Rockstar», come aveva già fatto con altri brani su diversi argomenti. «La crisi con Guido - è l’esordio del post - arriva in quegli anni lì. (88-89 ndr) Abbiamo iniziato a non capirci più, forse anche per colpa mia, che ho lasciato che gli altri facessero cose al posto mio, che credessero di poter prendere decisioni al posto mio. Hanno pensato che il mio essere meno presente in studio equivalesse a lasciare campo libero anche sul fronte artistico; qualcuno, magari, ha anche cominciato a pensare di essere lui l’artista. A Guido ho detto: «O i dischi si fanno come dico io o non va bene». Nel frattempo, lui e i ragazzi della band avevano cominciato a lavorare al disco della Steve Rogers Band, perché pensavano, anzi, pensavamo fosse giusto che uscissero anche da soli. Era il momento giusto». Una crisi che non durò, recuperando la piena sintonia del lavoro insieme, fino all’ultimo.

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