Paola Cortellesi al Donizetti

BIGLIETTI
I biglietti sono in prevendita alla biglietteria del teatro Donizetti (aperta dal lunedì al sabato dalle 13 alle 20.30, la domenica dalle 14 alle 15.30) e on line sul sito www.teatrodonizetti.it. Costo dei biglietti: da 28 euro (più prevendita 10%) per platea e palchi a 12 euro (più prevendita del 10%) per le gallerie. I biglietti acquistati lo stesso giorno di spettacolo non saranno caricati del diritto di prevendita. Lo spettacolo avrà inizio alle 20.30; la domenica alle 15.30.
PAOLA CORTELLESI
Paola Cortellesi torna a teatro con il suo spettacolo Gli Ultimi saranno ultimi che nella scorsa tournee ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Primo fra tutti il Premio Eti – Gli Olimpici del Teatro, ricevuto lo scorso 15 settembre a Vicenza come «migliore interprete di monologo». E poi il prestigioso Premio della Critica ricevuto lo scorso 22 settembre al Teatro Argentina di Roma ed infine il Premio Anima, ricevuto da Paola Cortellesi come interprete e da Massimiliano Bruno come autore lo scorso 22 giugno in Campidoglio, per l’attualità del testo che affronta importanti tematiche sociali legate al mondo del lavoro.
Con questo spettacolo, infatti, Paola Cortellesi porta in palcoscenico un monologo sorprendente sul dramma della precarietà: è un racconto teatrale dedicato a tutte le persone «ricattabili» da una società che non garantisce il lavoro.
IL TESTO
Gli ultimi saranno ultimi scritto da Massimiliano Bruno concentra tutta la vicenda in una nottataccia in cui si incrociano i destini di uomini e donne normalmente distanti tra loro: una fredda dirigente d’azienda piegata alle leggi di mercato, un’ingenua poliziotta di provincia, un transessuale sarcastico e disilluso, un guardiano notturno pensionabile e trasandato, una saggia donna delle pulizie fissata con le canzonette ma soprattutto Luciana, operaia incinta al settimo mese a cui non viene rinnovato il contratto di lavoro, disperata ma decisa a difendere il suo diritto alla maternità.
Paola Cortellesi interpreta tutti i protagonisti senza travestimenti e senza messa in scena, affidandosi solo alla sua voce, alla mimica, alle caratterizzazioni dialettali. Ne viene fuori uno spettacolo che mescola i toni del dramma con quelli della commedia, svelando attraverso la comicità tutta la tragicità di un disagio sociale tanto diffuso quanto nascosto: la precarietà, il lavoro nero, la condizione femminile.
(10/01/2007)
e.roncalli
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