Pigmenti, ultimi giorni per votare
«L’arte come sogno di liberazione»

La riflessione di don Fausto Resmini, cappellano delle carceri , su «Time specific», il progetto di «Pigmenti».

C’è tempo fino al 5 novembre per votare on line al bando «Che fare», che mette in palio 50 mila euro per ognuno dei primi 3 progetti classificati. Progetti di natura artistica ma anche (e soprattutto) sociale , come quello messo in campo da «Pigmenti»: si chiama «Time specific» , una carovana di artisti urbani, documentaristi, animatori e stampatori che transiterà attraverso sette luoghi significativi della città di Bergamo. Tra questi c’è anche il carcere di via Gleno., e la circostanza ben si presta alla riflessione di don Fausto Resmini, il cappellano. «Per ogni uomo rinchiuso tra le mura del carcere il tempo non è solo il trascorrere dei giorni e dei mesi o degli anni,ma si carica di significati che vanno ben oltre queste classificazioni. È il tempo dell’attesa delle buone notizie che aiutano a sentirti vivo. È l’aspirazione al ricongiungimento delle persone care che ti accompagna giorno per giorno alla soglia della libertà. È il pensiero di vincere la violenza delle sbarre che soffoca ogni sogno e ogni anelito al cambiamento».

«L’arte per chi è privo della libertà diventa l’attaccamento all’immagine di una persona; Diviene la ricerca della poesia o di un testo che ti aiuta a sognare. Ti guida alla relazione epistolare che fa capaci di sentimenti; Ma nei momenti più crudi l’animo umano si scioglie in preghiera, e come un nodo alla gola, fatica ad abbandonarsi al buon Dio. Nella detenzione questi momenti sono vere opere d’arte di inestimabile valore che aiutano a coltivare il sogno della liberazione. Lo stupore per queste occasioni vissute intensamente, non ha paragoni in altre esperienze trascorse nella detenzione. Penso che il valore artistico dell’immagine e la forza espressiva che scaturisce dalle sue espressioni, possa via via fare assaporare all’uomo detenuto,quella provvisorietà che è il tempo presente e lo invita a guardare oltre le mura, dove giorno per giorno il nuovo ti viene incontro».

«Pigmenti» nasce all’interno del Patronato San Vincenzo di Bergamo come estensione della serigrafia Tantemani, laboratorio formativo e lavorativo per ragazzi con diverse abilità cognitive e relazionali e si sviluppa sul modello della Residenza d’Artista. Il suo progetto ha già superato la prima fase, ora bisogna arrivare entro i primi 10, e più voti si raccolgono in questo round e più chances di vittoria finale ci sono. Il 16 dicembre ci sarà la proclamazione dei 3 progetti migliori. Per votare cliccate qui.

Ed ecco i quattro artisti che, nel caso di vittoria, si cimenteranno nelle performances sociali e artistiche che interesseranno scuole, ospedale, carcere e una casa di riposo, oltre che piazze cittadine. Un percorso tra arte pubblica e narrazione.

Tellas: Cresciuto in Sardegna; la sua ricerca si basa su un estetica non urbana, i suoi lavori sono una visione personale ed intima di elementi naturali. Un processo meditativo che combina spazi e forme. Lavora su svariati supporti, dai grandi muri ai fogli di carta, alle tele o con installazioni. Nel 2014 è stato indicato dall’Huffington Post come uno dei 25 street artist più interessanti del mondo.

Hitnes: Nato a Roma, ha iniziato a lavorare con il graffitismo nel 1996, aprendosi poi al muralismo su larga scala. Ha viaggiato, lavorato e partecipato a mostre in tutta Europa, Australia, Messico, Cina e Russia.

Nemo’S: Nemo come il capitano delle Ventimila leghe sotto i mari, che combatteva contro la guerra, le ingiustizie del mondo e i silenzi del mare. Nemo come il personaggio principale di uno dei primi fumetti di Winsor McKay, Nemo come la parola latina per «nessuno». Il suo lavoro si articola in immagini essenziali e grafiche, con un messaggio sociale e composto da personaggi che svolgono azioni poetiche e surreali, come i personaggi di chissà quale fiaba.

Collettivo FX: FX è un collettivo che ha come obiettivo inquinare il cemento armato. Nasce nel 2010 in provincia di Reggio Emilia da un gruppo di formatori e un gruppo di pittori. I primi ne determinano il metodo e i secondi il linguaggio. L’obiettivo non è quello di creare un’opera d’arte ma di intervenire nel contesto contaminandolo. Perché ciò avvenga occorre rapporto con il territorio e disponibilità al dialogo.

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