Premio Bergamo: vince Giorgio Messori

«Nella Città del Pane e dei Postini» di Giorgio Messori (Ed. Diabasis pp. 240 - 12,50 euro), ha vinto la XXII edizione del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo, che gli verrà consegnato mercoledì 26 aprile nella Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo Alta, durante la quarantaduesima Fiera del Libro locale. Nelle preferenze della Giuria popolare il libro dello scrittore reggiano, che ha ottenuto 52 voti, ha preceduto con largo margine «La ragazza che non era lei» di Tommaso Pincio (Einaudi), con 31 voti, e «Tre Voli» di Chiara Zocchi (Garzanti), con 21 preferenze, «Il crollo delle aspettative» di Luca Doninelli (Garzanti) con 9 voti, e «I nomi della polvere» di Mario Lunetta (Manni), con 5 voti. È il verdetto di una Giuria popolare emerso dallo spoglio pubblico delle schede che sono state 118 su 132 aventi diritto: 3 giurati onorari, 60 giurati over 25 (categoria che comprendeva i 12 giurati storici), 48 giurati adulti scelti per sorteggio, 40 membri della giuria giovane e circa trenta gruppi di lettura, costituitisi negli istituti scolastici, biblioteche e centri culturali della città e della provincia.Messori è nato a Castellarano (RE) nel 1955 e il suo primo libro come narratore lo ha scritto in coppia con Beppe Sebaste: L’ultimo buco nell’acqua nel 1983. L’autore spiega così il significato del titolo del suo romanzo: Si riferisce a Tashkent. Città del pane è l’appellativo tradizionale con cui la capitale dell’Uzbekistan veniva chiamata durante la guerra (ma anche prima) e si riferisce al fatto che qui si sfornava il pane, un pane buonissimo fra l’altro, e la gente non crepava di fame. Città dei postini rievoca invece un altro passato che non ho vissuto (adesso a Tashkent i postini sono quasi spariti) ma che è pure ben presente nella memoria della città: il periodo sovietico, quando le cassette della posta si riempivano di riviste gratuite in abbonamento per accontentare un po’ tutti. Il titolo rievoca quindi una memoria della città che non è una memoria mia, individuale ma è comunque fatta di racconti, di ricordi palpabili. 

(21/04/2006)

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