Sant’Agata, l’ex carcere apre le celle
L’«Ora d’Aria» inizia con Maria Jiku

L’ex carcere di Sant’Agata di Città Alta torna ad essere un «luogo» dopo oltre trent’anni di abbandono. Il progetto «Ora d’Aria» venerdì 17 luglio inaugura con una serata a cura di Invisible°Show in cui si esibirà l’artista giapponese Maria Jiku.

Un luogo che è stato simbolo di reclusione e sofferenza per più di 150 anni apre così le proprie celle con una performance che mette in scena il dolore e rende musica le proprie urla piene di sofferenza, contestualizzate dal supporto dell’atmosfera elettronica, sottofondo e parte fondamentale dell’esibizione.

Il carcere della città, sostituito nel 1977 dall’attuale carcere di Via Gleno, è stato ancor prima che luogo di reclusione, monastero e chiesa. Costruito nel XIV secolo e abitato dai Padri Teatini dal 1631, il Monastero di Sant’Agata accoglie sulle sue pareti affreschi del ‘600, arte con la quale anche i carcerati dei secoli successivi hanno potuto convivere. La trasformazione dell’edificio da monastero a carcere è avvenuta ad opera dell’architetto italiano di origini viennesi Leopold Pollack.

La chiusura del carcere, avvenuta negli anni ‘70, è anche il risultato di una denuncia dell’Ordine degli Avvocati, che nel 1950 lo definisce «carcere indegno per la città di Bergamo», e dagli avvenimenti del 7 giugno 1972, quando un gruppo di carcerati riesce a raggiungere il tetto dell’edificio, lanciando tegole al folto schieramento di forze dell’ordine accorso da tutta la provincia. Con la riapertura di venerdì 17 luglio, due ali dell’ex carcere con accesso ad alcune celle, saranno agibili e percorribili dal pubblico, in un’atmosfera surreale creata dalla performance di Maria Jiku e dal Dj Set di Pigro On Sofa che aprirà e chiuderà la serata.

Nata a Kyoto e stabilitasi a Berlino da due anni, la giapponese Maria Jiku è una performer noise e un’artista multimediale, attiva come dominatrice nell’arte del dolore. Avviato nel 2009 il suo progetto solista di power electronics, noto anche come JIKU888, ha dato vita dall’anno successivo al duo noise-psichedelico JIKU55, insieme al chitarrista d’avanguardia Go Tsushima. Dopo aver lavorato per due anni come mistress in un locale di Osaka, ha continuato a investigare il rapporto catartico tra piacere e dolore come concetto artistico e musicale, richiamandosi alla tecnica bondage dello Shibari, l’arte giapponese del legare le persone, e insieme combinando voce, sintetizzatore e frustate in composizioni a base di urla e distorsioni sintetiche, tra industrial e impro-noise. Tra i suoi dischi, il concept album ispirato alla tragedia di Fukushima Level 7, violenta critica all’uso del nucleare. Negli ultimi tre anni si è esibita in oltre 200 live, in Asia e in Europa. Il lavoro di Jiku si focalizza sull’interazione tra performer, ambiente e pubblico, sul respiro dell’improvvisazione vocale e sull’aspetto spirituale del suono, «guarigione della mente e pianto dell’anima».

Invisible°Show è un collettivo di ricerca musicale che dal 2011 organizza a Bergamo concerti e performance di artisti europei e internazionali, con modalità da secret show (il luogo dell’evento viene comunicato all’ultimo e l’accesso è a numero limitato, su prenotazione) e dal carattere itinerante (tra i vari luoghi che li hanno ospitati: gallerie d’arte, officine, chiese, palestre, appartamenti privati, boschi, cantine). Invisible°Show, uscendo dai propri abituali schemi, sposa il progetto «Ora d’Aria» che vuole riqualificare un luogo abbandonato della città di Bergamo, anche tramite performance artistiche.

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